Scrive a Matrix Massimo Bossetti. E in una lettera aperta che ha inviato dal carcere chiede un processo equo.
"Io dal carcere vi vedo in televisione, ma non posso dire e fare nulla. Non posso difendermi facendo arrivare a voi la mia voce. La mia famiglia è stata colpita, sconvolta. I miei figli sono stati privati del loro padre, anche se il loro papà non è ancora rinviato a giudizio", si legge nella missiva inviata alla trasmissione di Canale 5, "Sono da otto mesi qui dentro senza nemmeno ancora poter conoscere tutti i documenti raccolti contro di me. Subisco la forza dell’accusa che mi vuole a tutti i costi colpevole.
Siccome il mio processo lo sto vedendo in televisione e non in tribunale, vi chiedo di dare il risalto a questa mio richiesta di scarcerazione e difendere il mio diritto ad avere un processo equo e poter stare a casa ai domiciliari come qualsiasi altro cittadino di cui non è stata provata ancora la colpevolezza. "Sostenete questo mio diritto perché l’incubo che sto vivendo potrebbe viverlo chiunque di voi, grazie".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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