La Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi presentati dagli imputati nel processo per i falsi certificati rilasciati dall'Asl di Brindisi per ottenere forniture, non dovute, di ossigeno terapia, confermando le condanne nei confronti di sette imputati. Le pene oscillano tra i 5 anni e sei mesi e l'anno di carcere. Ridotta a sei anni la pena da scontare per un medico pneumologo. La Suprema Corte ha anche annullato con rinvio la confisca e l'interdizione per la società Linde Medicale. A darne notizia è il quotidiano regionale "La Gazzetta del Mezzogiorno".
Si conclude così una vicenda iniziata nel 2007 ( i fatti, invece, risalgono al biennio 2003-2005) con l'arresto di quindici persone da parte dei carabinieri del Nas su richiesta della procura della Repubblica di Brindisi. Medici, dipendenti della Asl di Brindisi, avvocati, farmacisti e cittadini furono coinvolti nell'inchiesta. In totale finirono nel mirino delle forze dell'ordine quarantanove persone coinvolte, a vario titolo, in due inchieste che, come si legge ancora sulla "Gazzetta" finirono in un unico processo. L'ossigenoterapia fu somministrata a pazienti che non ne avevano bisogno.
E la Cassazione ha confermato quanto stabilito in primo grado e in Appello: questo avvenne per puro scopo di lucro. Furono effettuate perizie false, con la complicità di alcuni medici e farmacisti, pur di prendere la pensione di invalidità e l'indennità di accompagnamento. La Suprema Corte ha, così confermato le condanne per il risarcimento a Inps, Miur e Asl di Brindisi che si sono costituite parte civile nel processo.
La Corte di Appello di Lecce, infine, dovrà - su rivnio della Cassazione - decidere in un nuovo processo del ricorso contro la confisca di 90mila euro e l'interdizione a contrattare con la pubblica amministrazione per la società Linde Medicale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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