Colpisce tutte le età, compresi i bambini, con un trend che negli ultimi anni, complice il cambiamento negli stili di vita, ha visto aumentare la sua incidenza nella popolazione mondiale. E' il bruxismo, un disturbo poco conosciuto e spesso sottostimato, sia dal paziente che dall'odontoiatra. Può manifestarsi con il serramento e digrignamento dei denti ma anche in una forma più "subdola", detta serramento mandibolare, che induce a mantenere i muscoli rigidi, in una posizione fissa, senza alcun contatto dentale; quest'ultima condizione, in particolare, è considerata dagli esperti uno dei fenomeni emergenti del nuovo millennio. Per riconoscere tempestivamente il problema e cercare di controllarlo, arrivano i consigli dell'Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica (AIOP), da 37 anni impegnata a promuovere la salute orale e dentale, attraverso la ricerca scientifica e la formazione avanzata di odontoiatri e odontotecnici. Secondo le stime, in Occidente, il 12% delle persone soffre di bruxismo notturno, mentre circa il 30% avrebbe episodi nel corso della giornata (bruxismo diurno). In Italia, le "vittime" potrebbero arrivare a 15-18 milioni. A favorirne la diffusione sono anche i ritmi di vita sempre più frenetici e alcuni comportamenti a rischio, quali il fumo o il consumo di alcolici; fra i giovani, inoltre, può manifestarsi come effetto secondario di alcune droghe sintetiche, quali l'ecstasy.
Una delle conseguenze più evidenti del bruxismo è l'eccessiva e anomala usura dei denti e la presenza di scheggiature o incrinature sia della dentatura naturale sia di lavori odontoiatrici, come corone, intarsi, faccette e otturazioni. Ma spesso compaiono anche difficoltà funzionali nei normali movimenti di apertura e chiusura della bocca, indolenzimento dei muscoli masticatori e delle articolazioni temporomandibolari. "Tra i principali segnali spia che possono far sospettare il bruxismo - spiega Fabio Carboncini, Presidente di AIOP - oltre a una dentatura danneggiata o consumata, vi sono il rumore notturno, presente nel 25% dei casi, la sensazione di tensione mandibolare al risveglio o di dolore localizzato alle arcate dentali e la ricorrenza di cefalee muscolo-tensive". "In passato - continua Carboncini - grande importanza è stata attribuita alla malocclusione dentale, come causa di bruxismo. Oggi, invece, autorevoli ricerche scientifiche ne hanno ridimensionato la portata, spostando l'attenzione verso fattori psicologici e vari aspetti neurologici legati alla struttura del sonno. In altre parole, il disturbo sarebbe regolato dal sistema nervoso centrale e non dagli stimoli periferici[7],[8].
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