La caccia al «corvo» sembra essere appena cominciata.Nel senso che ancora la mente dell’intera operazione Vatileaks deve essere trovata. E questa potrebbe essere una personalità posizionata ben più in alto di quanto non lo sia stesso «aiutante di camera» della Famiglia pontificia Paolo Gabriele, da tre giorni tenuto sotto osservazione nei palazzi della gendarmeria vaticana con l’accusa di aver trafugato diversi documenti riservati dall’appartamento papale.Addiritturac’è chi ipotizza che lo stesso Gabriele sia stato usato da qualcuno che sta più in alto di lui, qualcuno che aveva bisogno di quei documenti per battaglie e dissidi personali. Ma c’è di più.Entro le mura leonine si ritiene che i «corvi» siano più di uno, forse una ventina, e che nelle prossime ore arriveranno parecchie sorprese. Nuovi arresti? Difficile rispondere, anche se sembra che altri membri «laici» della curia siano in qualche modo sospettati.
La convinzione che molto torbido ancora debba essere sollevato e quindi rimosso è generalizzata. Ed è in parte confermata dalle parole che ieri il portavoce vaticano padre Federico Lombardi ha detto a braccio parlando coi giornalisti. È vero, Gabriele è stato trovato in «possesso illecito di documenti riservati rinvenuti nella sua abitazione in territorio vaticano». Egli «rimane tuttora in stato di detenzione» ma
le indagini vanno avanti finché non si arriverà «ad avere un quadro adeguato della situazione oggetto di indagine, dopodiché il giudice istruttore procederà al proscioglimento o al rinvio a giudizio». Insomma, ancora molto deve essere vagliato prima di arrivare a identificare in Gabriele «il» colpevole di Vatileaks.
Del resto la gran mole di documenti messa in pagina da Gianluigi Nuzzi nel suo «Sua santità » ha una provenienza esterna all’appartamento papale. Ieri è stato il blog Fides et Forma a scrivere che i documenti di «Sua Santità» sarebbero «non delle fotocopie» ma «delle fotografie ». Insomma foto facilmente comprimibili in una chiavetta Usb. Se così fosse, e se fosse stata questa chiavetta (e non delle fotocopie) a essere rinvenuta nell’appartamento di Gabriele, occorrerebbe capire bene chi ha creato questi file, quale computer, insomma quale mano. Ma davvero si tratta di fotografie? Secondo l’esperto vaticanista Marco Tosatti accanto alle «casse di documenti» l’uomo deteneva anche «tutta l’apparecchiatura necessaria per fotografare e riprodurre documenti».
Chi ha modo di carpire gli umori dell’appartamento papale ritiene che il Papa sia «addoloratissimo » ma fermo nella volontà di andare fino in fondo a questa vicenda.
Ieri, ad ascoltare le parole che ha detto in udienza ai membri del Rinnovamento nello Spirito, c’erano diversi esponenti di rilievo della curia romana. Hanno commentato le vicende di Vatileaks dicendo soltanto: «Siamo sotto choc». Tra questi porporati anche molti stranieri, che su questa vicenda dicono: «Sembra una cosa molto italiana ». I giornali stranieri in queste ore hanno scritto con sgomento delle vicende vaticane.
Prima il caso Emanuela Orlandi, con i sospetti della Procura sull’ex rettore della basilica di Sant’Apollinare, monsignor Piero Vergari, e le dichiarazioni di padre Gabriele Amorth che puntano sulla pista interna e sul movente sessuale, poi le dimissioni di Gotti Tedeschi e l’arresto di Gabriele, hanno portato alla ribalta, e non certo con toni edificanti, la Santa Sede agli occhi di tutto il mondo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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