Duecento immigrati ospiti nel centro di accoglienza di Cagliari hanno bloccato il centro della città in segno di protesta: "Non vogliamo darvi le nostre impronte digitali".
Lunedì scorso 667 profughi sono sbarcati in Sardegna e alcuni di loro hanno trovato rifugio nell'hotel Pirri. Nonostante tutti i comfort a loro disposizione, gli immigrati hanno fatto sapere più volte di voler abbandonare l'Isola per raggiungere i parenti nei vari Paesi europei. I profughi, poi, si sono anche rifiutati di essere identificati tramite le impronte digitali perchè temono di dover stare per lungo tempo in Italia. In realtà, il riconoscimento agevola soltanto il loro trasferimento, ma loro non lo sanno e non vogliono nemmeno che gli venga spiegato.
I mediatori culturali hanno più volte cercato di parlare con loro di questo tema, ma è stato tutto inutile e, oggi, gli immigrati hanno inscenato una rivolta. Questa mattina, infatti, più di duecento immigrati, in gran parte somali ed eritrei, hanno bloccato il centro cittadino di Cagliari per protestare. "Non vogliamo più stare qui e le nostre impronte non ve le daremo. Non ci terrete in Italia per sempre" - urlavano i profughi. Sul posto sono intervenuti gli agenti che hanno immediatamente placato le acque.
La manifestazione nel centro cittadino si è conclusa intorno alle 17.00.
Qualche minuti dopo, gli immigrati hanno iniziato con lo sciopero della fame. I profughi si riufiutano di mangiare in segno di protesta: sperano che questo loro atteggiamento convinca le istituzioni a lasciarli liberi di andare senza essere riconosciuti.
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