La politica? Fuori dagli stadi. I politici pure, a meno che non paghino il biglietto. Sembra una battaglia contro la casta, che di suo non fa nulla per farsi perdonare eccessi e vanità. Più probabilmente è una risposta alla crisi di soldi e di immagine che soffoca il calcio italiano. È la crociata che diverse società pallonare, col beneplacito di tifoserie in sollucchero per l’unica manovra finanziaria ritenuta veramente equa, hanno lanciato contro i portoghesi del sabato e della domenica vestiti da onorevoli e consiglieri o da semplici approfittatori di uno status qualsiasi.
Lo stop più clamoroso, per quanto morbido, è arrivato ieri dalla Fiorentina, che ha tagliato biglietti e abbonamenti gratuiti, salvando dalla scure «quelli riservati alle categorie che ne hanno diritto in conseguenza di leggi, normative, o convenzioni». Ci provarono, un anno fa, anche Roma e Lazio, costrette poi a far di conto col Coni (proprietario dell’Olimpico), che alla sua prerogativa di donare coupon gratuiti non rinunciò. Ci riprova adesso il Pescara, che salito in serie A ha chiuso i rubinetti. «In Bspiega l’amministratore delegato Alessandro Acciavatti - avevamo in media 10.000 spettatori e potevamo concedere accrediti ai politici.
Ora la situazione è cambiata: su 20.650 posti, mille devono essere riservati alla squadra ospite. Poi ci sono gli abbonamenti e i biglietti in vendita, per i quali c’è fortissima richiesta». Niente spazio, dunque, a consiglieri e assessori, che non a caso non l’hanno presa bene. «Non rivendichiamo biglietti o abbonamenti gratis- argomentano i consiglieri pescaresi Renato Ranieri e Fausto Di Nisio - ma il rispetto dello Statuto, che dà la possibilità a consiglieri, assessori, sindaco e difensore civico di entrare nelle strutture sportive per verificare che non ci siano problemi». «Conosciamo la norma - replica Acciavatti - ma sarebbe opportuno che le verifiche fossero fatte quando non c’è la partita». D’accordo financo i «diversabili», che con Claudio Ferrante, presidentedell’associazione«Carrozzine determinate Abruzzo», accusano: «La casta non si è resa conto che qualche settimana fa i disabili si sono incatenati per protesta: grazie ai controlli imposti dallo Statuto, lo stadio è stato dotato di barriere architettoniche che fino al 2009 non esistevano».
Conflitti che non trovano eco a Foggia: le vicende societarie hanno sprofondato i rossoneri nella serie D, ma alla vigilia di Ferragosto la dirigenza foggiana ha cancellato le tessere gratuite sull’onda d’un sentire divenuto grido di battaglia: «Ogni biglietto gratuito rappresenta un’offesa a chi fa sacrifici per poter essere allo stadio a tutti i costi».
Sulla stessa lunghezza d’onda il lider maximo del Palermo, il vulcanico Maurizio Zamparini: «La mia gente è quella della curva e non quella della tribuna centrale che rappresenta i poteri forti. Anche per questo sto pensando di eliminare alcuni benefit come i biglietti omaggio in tribuna autorità ».
Se son rose, fioriranno. E le spine saranno tutte per i tifosi a scrocco.
Di certo, volere è potere. E se a Foggia, volendo, riusciranno nel loro intento, clamorosi fallimenti si registrano a Cagliari e Milano. Nell’estate del 2011 il sindaco del capoluogo sardo, Massimo Zedda, s’era speso per cancellare i privilegi da stadio, togliendo ai furbi per dare agli studenti meritevoli. È durata un mese. Poi la società ha riaperto i cancelli agli esclusi in grisaglia o in divisa.
Simile, almeno nei risultati, quanto accaduto sotto la Madonnina: appena insediato, per sfuggire al pressing dei Radicali, il primo cittadino Giuliano Pisapia si era impegnato a faredi Palazzo Marino un’area no benefits. Come è andata? Al«Meazza»il Municipio s’è ritagliato, fra giugno 2011 e aprile scorso, 14.080 biglietti gratis per assessori, consiglieri comunali, presidenti di consigli di zona, dirigenti e funzionari. Ne solo stati usati solo 11.049. Forse perché davvero troppi, forse perché qualcuno ha preferito stracciarli. Tra chi ha imboccato la via dell’obiezione di coscienza, il consigliere radicale Marco Cappato. «In un anno - dice - ho restituito 100 biglietti omaggio per San Siro, per un equivalente di 15.000 euro. Da giugno li regalo con una lotteria. Dopo un anno di giunta arancione, però, sarebbe ora di riformare un sistema opaco che distribuisce oltre la metà dei tagliandi a persone i cui nomi neppure sono resi pubblici».
Il popolo del «lei non sa chi sono io» ringrazia e s’accomoda in tribuna. Giusto in tempo per un altro giro, un altro campionato.
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