"Signor no, Signore!": lo scrivono a caratteri cubitali, come se fosse una frase urlata. Gli studenti veneti hanno protestato ieri pomeriggio, nelle calle davanti alla sede della Regione Veneto, mentre a Palazzo Ferro Fini i consiglieri regionali si preparavano a discutere in merito al progetto di legge statale, che vorrebbe reintrodurre la leva militare obbligatoria.
In ginocchio davanti agli striscioni, ragazzi e ragazze si facevano tagliare i capelli, con forbici e macchinette, in una scena che ricorda i primi minuti di Full Metal Jacket. Ciocche, frange e code di capelli castani, biondi e rossi sono stati poi raccolti in un fagotto bianco, poi consegnato al Consiglio Regionale del Veneto :"I nostri capelli sono l'unica cosa a cui siamo disposti a rinunciare".
L'iniziativa era stata lanciata da un post Facebook, in cui gli studenti spiegavano la propria opinione sul possibile ripristino del servizio militare obbligatorio, peer tutti i giovani dai 18 i 28 anni:"Non possiamo accettare che educare significhi insegnare obbedienza e disciplina. Non possiamo accettare che si finanzi uno strumento fatto di violenza, gerarchie, obbedienza".
Massimo Giorgetti ha ribadito che il suo progetto, che prevede 8 mesi di leva obbligatoria per i ragazzi dai 18 ai 28 anni, a partire dal 2021, è volto a ricucire il legame dei giovani col proprio territorio. Ma la spiegazione non ha convinto gli studenti veneti che accusano le caserme di discriminazione verso chi è diverso.
Per questo, "I nostri capelli sono l’unica diversità a cui siamo disposti a rinunciare. Se la Regione ci vuole ordinati e omologati, questo è il massimo che siamo disposti a darle".Il dibattito di ieri ha portato a un nulla di fatto e la discussione è stata rimandata alla prossima seduta.
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