Esselunga sente la crisi economica. Caprotti: "Nel 2014 sotto del 30%"

Favorevole al Jobs Act, il patron della catena apprezza il premier: "Cerca di semplificare". Articolo 18? "La gente lavora e basta"

L'imprenditore Bernardo Caprotti, patron di Esselunga
L'imprenditore Bernardo Caprotti, patron di Esselunga

"Renzi sta cercando di fare, cerca di semplificare un po'", in un "Paese che ha troppe regole, leggi e norme". A Bernardo Caprotti, patron di Esselunga, il presidente del Consiglio piace e non lo nasconde affatto. Ma non nega neppure di avere apprezzato quanto fatto dal governo di Pierluigi Bersani: "Se abbiamo realizzato questa sede qua - a Firenze, inaugurata oggi - è merito delle sue riforme sulle liberalizzazioni".

Caprotti difende il Jobs Act, che sostiene non porterà a un aumento del precariato, convinto anche che la maggior parte delle persone "lavora e basta", senza neppure sapere dell'esistenza dell'aricolo 18. "Serve a qualcuno, magari...". Ma poi glissa: "Io non sono un giuslavorista e non voglio che mi sparino...".

Nell'inaugurare il nuovo centro Esselunga nel capoluogo toscano, Caprotti ha anche ammesso che il supermercato chiuderà il 2014 "meno bene degli anni precedenti", in calo "almeno del 30

per cento". Con la deflazione, aggiunge, "si vende il 40 per cento in promozione", i clienti smettono di comprare le cose più care e solo "volumi tremendi" consentono di "fare gli euro dell'anno scorso".

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