Cartelle esattoriali, che botta: prescrizione fino a 10 anni

Altro che fisco amico, un emendamento allunga i tempi per avviare pignoramenti e fermi amministrativi

Cartelle esattoriali, che botta: prescrizione fino a 10 anni

F isco dalla parte del contribuente? A quanto pare no. Nella bozza della legge di Bilancio, un emendamento inserito dal governo potrebbe allargare fino a dieci anni il tempo della prescrizione della cartelle esattoriali. Con questa mossa il fisco avrà molto più tempo per dare il via a pignoramenti e fermi amministrativi. Infatti si potrà dire addio alla prescrizione breve ad esempio per le multe stradali: qui si passa da 5 a 10 anni. Le cose vanno peggio per il bollo auto. Nel caso della tassa per gli automobilisti, una sentenza della Cassazione aveva fissato a tre anni i limiti per la prescrizione. Adesso si arriva a un decennio. Ma attenzione: stesso destino toccherà per esempio all’Imu o alla Tasi, la tanta odiata tassa rifiuti. Anche queste cartelle, se non impugnate entro 60 giorni dalla notifica, avranno prescrizione a 10 anni. Finora le cartelle avevano tempi di prescrizione fissati in base al tipo di tributo. Alcuni esempi: per le imposte locali 5 anni; per Iva e Irpef 10; per il bollo auto 3 anni. Adesso la manovra potrebbe riunire tutte le cartelle sotto una finestra temporale più ampia per la prescrizione. In questo modo Agenzia Entrate-Riscossione avrebbe tutto il tempo per poter bussare alla porta del contribuente. Ma c’è un altro passaggio di questa faccenda che preoccupa e non poco chi ad esempio ha un’auto o ha una cartella su una tassa con prescrizione breve. L’emendamento alla bozza della manovra potrebbe avere anche un effetto retroattivo. Chi ad esempio ha ricevuto una cartella per il bollo auto circa due anni fa e dunque attendeva dicembre 2018 per la prescrizione, con le nuove norme dovrà attendere il 2025. Vengono così completamente ignorate le indicazioni della Suprema Corte che aveva fissato la prescrizione in tre anni e in più entrerebbero nel mirino delle Entrate anche tutti coloro che pensavano di averla fatta franca. Questa mossa in pratica equipara le cartelle ad una sentenza passata in giudicato con prescrizione a 10 anni. E le associazioni dei consumatori sono già sul piede di guerra come spiega Celeste Collovati, legale di Aspes: «Questo emendamento sarà un vero e proprio colpo per i debitori. Allungando ed equiparando i tempi di prescrizione per tutte le cartelle esattoriali, anche quelle notificate in passato, vanifica gli effetti della sentenza delle sezioni unite e fortifica da un lato la posizione del nuovo esattore-Agenzia delle entrate Riscossione, perché ha più tempo per effettuare pignoramenti fermi ed ipoteche, mentre dall’altro indebolisce sempre più il cittadino-debitore che si vede allungati i tempi per liberarsi dal debito». Insomma lo stesso Pd che aveva dato il via ad una ristrutturazione di Equitalia con la nuova Agenzia Riscossione e aveva cercato di sedurre i morosi con nuovi piani per la rottamazione, adesso si prende tutto il tempo necessario per mettere con le spalle al muro i contribuenti.

Non resta che porre massima attenzione alla cartella con l’estratto degli importi dovuti. Con la data è possibile capire il termine della prescrizione. In caso di smarrimento della stessa cartella meglio contattare Entrate-Riscossione per richiedere un estratto di ruolo.

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