Solo contro Stato e antagonisti: "Due anni per cacciare l'abusivo"

Un 70enne di Bologna affitta la casa a un marocchino regolare. Paga solo 3 mesi, poi ne servono 25 per lo sfratto: "Mi hanno fatto diventare razzista. Mai più casa ad uno straniero"

Solo contro Stato e antagonisti: "Due anni per cacciare l'abusivo"

Venticinque mesi per ottenere uno sfratto. Venticinque mesi in cui non sono non ha incassato un euro da quella casa messa in affitto, ma ci ha pure rimesso. Venticinque mesi di ricorsi in tribunale e otto esecuzioni di sfratto andate male. Due anni di lotte contro i centri sociali sempre pronti a difendere gli occupanti, pure se delinquenti (guarda il video).

La storia di questo pensionato di 70 anni dimostra l'inefficienza di uno Stato che esige il rispetto delle leggi solo da chi fa di tutto per essere corretto, mentre pratica lassismo verso chi le regole le infrange. Giacomo, il nome è di fantasia per difendere la sua privacy, vive a Bologna da una vita e in via Massarenti ha una piccola casa di proprietà. "Un bell'appartamentino, tutto arredato, una chicca", dice col suo accento marcatamente emiliano. A novembre del 2015 firma il contratto di affitto con un marocchino che vive da 30 anni nel Belpaese, naturalizzato italiano e con due figlie iscritte all'Università. La famiglia paga regolarmente i primi tre mesi di canone, poi l'uomo smette di versare il dovuto con la scusa di essere rimasto senza lavoro. È l'inizio di un calvario. "È stato dentro 25 mesi senza pagare né affitto né spese condominiali che ho dovuto saldare io - racconta il 70enne -. A novembre 2015 il Tribunale ha dichiarato lo sfratto esecutivo, ma loro non volevano lasciare la casa. Così a febbraio 2016 c'è stata la prima esecuzione dello sfratto e da quel giorno ne sono state fatte 8 senza successo". Rinvii su rinvii e proroghe su proroghe. Solo una settimana fa, finalmente, Giacomo è tornato in possesso della sua casa.

L'opposizione dei centri sociali

I continui rinvii erano dovuti all'opposizione dei centri sociali pronti a ostacolare regolarmente lo sfratto. "Stanno lì solo a difendere quelli che non sono nella legalità", dice amareggiato il pensionato. "Sono i paladini dei delinquenti. Si sono schierati con uno che non aveva nessun 'diritto' ad avere una casa, perché tutti e quattro avrebbero potuto trovare un lavoro". Nemmeno le due figlie all'università, a quanto pare, si degnavano di fare piccoli lavoretti come molti studenti italiani fuori sede hanno imparato a fare. "Immagino lavorassero in nero dichiarandosi però nullatenenti - aggiunge Giacomo - Altrimenti di cosa hanno vissuto? Mica si campa d'aria". E così alla fine lo hanno fatto "diventare razzista": "Si parla tanto di accoglienza ma se poi dobbiamo far diventare italiani dei farabutti non mi va più bene. Di certo non affitterò più le case agli stranieri".

La situazione si è smossa, dice il pensionato, solo dopo l'interessamento alla vicenda di Umberto Bosco, consigliere comunale della Lega Nord. "Lo Stato ha riversato sui cittadini il peso delle sue mancanze in tema di welfare - afferma il leghista - L'emergenza abitativa ormai grava sui privati che fanno l'errore di affittare le case". Un errore cui è difficile rimediare. "Non ci possono volere 25 mesi per liberare un appartamento occupato da un furbetto", conclude Bosco. "Quando c'è da fare uno sfratto esecutivo deve esserci la polizia così da contrastare le opposizioni degli inquilini e dei centri sociali".

Schiacciati dalle tasse

Anche perché Giacomo e sua moglie a conti fatti ci hanno rimesso circa 20mila euro: 15mila di affitti non pagati, 1.500 di spese condominiali, 600 euro per cambiare le serrature, quasi 2mila per l'avvocato oltre ad altre spese collaterali, come il medico legale venuto a smentire la presunta invalidità della moglie dell'inquilino. Inutile denunciarlo per ottenere un risarcimento, visto che si dichiara nullatenente. Come se non bastasse, ci si è messo pure lo Stato che ha comunque preteso il pagamento dell'Imu. "Nel chiedere le tasse sono stati velocissimi, ma per ridarmi l'appartamento una vita. Perché devo pagare l'Imu su uno stabile di cui il governo non mi dà la possibilità di disporre?". Domanda legittima, e pure corretta. Ma purtroppo gridata ai muri. "La proprietà privata è un diritto - ribatte Giacomo - Ma alla fine i cittadini se la prendono sempre in quel posto. E così si aspetta, si perdono soldi e ci si arrabbia". Semplice e diretto. Anche perché, ed è questa l'angolatura più scandalosa della vicenda, Giacomo e la moglie (69 anni, pensionata) di quei soldi avevano bisogno. La suocera vive in una struttura per anziani e le case di riposano costano. Così alla fine Giacomo si è arreso: "Venderemo l'appartamento e useremo i soldi per far sì che mia suocera possa vivere bene i giorni che le rimangono". Resta l'amarezza e il nervosismo contro le istituzioni: "Sapevano che i centri sociali si sarebbero opposti.

Ma solo venerdì hanno mandato i poliziotti in tenuta anti-sommossa. Perché solo dopo 8 volte? Quando servivano non c'erano e quanto c'erano non servivano". "Questa - conclude Giacomo - è la riposta dello Stato: una presa per i fondelli".

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