"Rischia fino a otto anni". Oggi l'udienza per Ciro Grillo e gli amici

Oggi l'udienza preliminare. Tra i fascicoli anche la pubblicazione di foto e video di quella notte: al momento è a carico di ignoti

"Rischia fino a otto anni". Oggi l'udienza per Ciro Grillo e gli amici

È arrivato il giorno dell'udienza preliminare a carico di Ciro Grillo, Vittorio Lauria, Edoardo Capitta e Francesco Corsiglia. I quattro amici genovesi sono stati accusati da Silvia (nome di fantasia) di stupro che sarebbe avvenuto nelle ore tra il 16 e il 17 luglio 2019 in una villetta a Cala di Volpe. La giovane studentessa ha riferito che sarebbe stata costretta a una serie di rapporti sessuali contro la sua volontà, mentre il gruppetto ritiene che lei fosse consenziente durante gli atti avvenuti. Comunque la gup Caterina Interlandi sarà chiamata a decidere se mandare o meno a processo i ragazzi della comitiva. Nelle scorse settimane la procura di Tempio Pausania ha chiesto il rinvio a giudizio per il figlio del garante del Movimento 5 Stelle e i suoi tre amici.

L'ipotesi del revenge porn

Intanto nell'ambito dell'inchiesta è spuntata un'altra ipotesi di reato: quella di revenge porn. Stando a quanto riferito da diversi quotidiani questa mattina, la procura di Tempio Pausania avrebbe aperto un altro fascicolo legato al caso Grillo jr: secondo l'accusa, qualcuno avrebbe fatto circolare foto e video scattate e girati nell'appartamento dopo una serata in discoteca. Un legale, dietro rigorosissimo anonimato, ha riferito a La Stampa che i ragazzi potrebbero rischiare fino a "otto anni". Uno stralcio trasmesso al tribunale per una nuova ipotesi di accusa che però, sottolinea il Corriere della Sera, al momento è contro ignoti. Un dettaglio che potrebbe indicare come eventuali responsabilità non siano al momento definite.

In questi mesi si è parlato di un breve video che mostrerebbe il rapporto sessuale tra tre dei ragazzi (non Corsiglia) e Silvia: la giovane ritiene che sia la prova dello stupro, mentre gli amici genovesi sono convinti che sia la dimostrazione del consenso. E poi ci sarebbero quelle foto dei genitali che sarebbero stati posti a pochi centimetri dal visto di Roberta (l'amica di Silvia) mentre dormiva. "Abbiamo appreso che frammenti (frammenti!) di video intimi vengono condivisi tra amici, come se il corpo di nostra figlia fosse un trofeo: qualcosa che ci riporta a un passato barbaro che speravamo sepolto insieme alle clave", era stata la denuncia dei genitori di Silvia.

La legge contro il revenge porn è entrata in vigore il 9 agosto 2019, pochi giorni dopo i fatti avvenuti tra il gruppetto di Ciro Grillo e le due giovani studentesse. Dunque, considerando che la procura avrebbe aperto un fascicolo, si può ipotizzare che il materiale possa essere stato fatto circolare anche dopo il 9 agosto. L'accusa di revenge porn scatta per "chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza consenso delle persone rappresentate".

La legge italiano punisce "con la reclusione da uno a sei anni anche chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini e i video stessi, li invia, cede, pubblica, o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro nocumento".

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