"Il Vaticano non ha collegato le ossa con la Orlandi"

Il Vaticano non ha operato un collegamento tra le ossa rinvenute e la scomparsa di Emanuela Orlandi. A dirlo è stato il cardinale Parolin

Il cardinale Parolin e Papa Francesco
Il cardinale Parolin e Papa Francesco

Il Vaticano non ha fatto riferimento alla scomparsa di Emanuela Orlandi, collegando il reperimento di ossa all'interno della pertinenza della Nunziatura Apostolica al caso della giovane sparita nel 1983. A dirlo è stato il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, che ha pure ribadito l'esistenza di una volontà tesa a far chiarezza.

"Le cose - ha affermato Parolin - si fanno con la maggior apertura e la maggior trasparenza. Sono stati trovati dei resti, si è voluto sapere esattamente cosa si stesse facendo, di chi fossero, e quindi è stato chiesto aiuto all’Italia". Il 'ministro degli Esteri' della Santa Sede ha dichiarato, come riportato su Vatican Insider, di non sapere chi ha operato per primo un collegamento tra i resti ritrovati ed Emanuela Orlandi. La supposizione, questo è abbastanza certo, non ha radici in Vaticano. Il cardinale ha poi espresso solidarietà alla famiglia della ragazza: "Capisco cosa significhi non sapere cosa è successo alla figlia, se sia viva o morta, e se è morta dove è stata sepolta".

Le ossa rinvenute nella depandace del palazzo, intanto, apparterrebbero sì a una donna, ma adulta. Per dettagli più approfonditi bisognerà aspettare l'esito dei primi esami. Lo stesso porporato ha sottolineato la necessità di quest'attesa: "Aspettiamo gli accertamenti - ha ribadito - , prima di fare qualsiasi dichiarazione. Bisogna sapere di cosa si tratta: se sono ossa di 200 anni fa è una cosa, se sono ossa di qualche anno fa è un’altra".

Le ipotesi in campo sono ancora molte: si è parlato di una possibile correlazione con un'altra vicenda, quella riguardante Mirella Gregori, che sparì pochi giorni prima della Orlandi.

Poi c'è la moglie del custode di quel palazzo, le cui tracce sarebbero state perse negli anni 60'. Ma se le ossa appartenessero, come pare, a una persona di trent'anni, tutte e tre le piste giornalistiche in questione non sarebbero più riconducibili ai resti.

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