La Cassazione ha riconosciuto a una coppia di lesbiche il figlio che avevano avuto in Spagna. Le due donne, un’italiana e una spagnola, si erano sposate nel 2009 nel Paese iberico e, due anni dopo hanno avuto un bambino con la fecondazione assistita.
In seguito, ricorda Leggo, la coppia omosessuale ha divorziato ma ha chiesto per il figlio la trascrizione dell'atto di nascita presso l'anagrafe italiana. Il tribunale di Torino, però, ha respinto la loro richiesta “perché contrastante con il principio di ordine pubblico in base al quale madre è soltanto colei che ha partorito il bambino”. Il tribunale ha escluso, quindi, la mamma italiana che ha donato i suoi ovuli per far nascere il piccolo. La Corte di Cassazione ha, però, dato ragione alla coppia affermando che:“La regola secondo cui è madre colei che ha partorito, a norma del III comma dell'art.269 c.c., non costituisce un principio fondamentale di rango costituzionale, sicché è riconoscibile in Italia l'atto di nascita straniero dal quale risulti che un bambino, nato da un progetto genitoriale di coppia, è figlio di due madri (una che lo ha partorito e l'altra che ha donato l'ovulo), non essendo opponibile un principio di ordine pubblico desumibile dalla suddetta regola”.
Per la Cassazione, che ha confermato la decisione presa nel 2014 dalla Corte di appello di Torino di ordinare all'Anagrafe di Torino la trascrizione dell'atto di nascita del bambino, è prevalso l'interesse del minore ad avere entrambi i genitori, anche se omosessuali, perché non esiste alcun “divieto costituzionale” che impedisce alle coppie dello stesso sesso “di accogliere e generare figli”
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.