Cassiera ruba punti-raccolta: licenziata

La Corte di Cassazione conferma la sentenza di licenziamento per la cassiera che aveva sottratto i punti-raccolta della Mulino Bianco e delle caramelle

Cassiera ruba punti-raccolta: licenziata

La Corte di Cassazione ha confermato il licenziamento per la cassiera della Cooperativa Adriatica, che aveva rubato dei bollini Mulino Bianco. La donna aveva, infatti, ritagliato alcuni punti-raccolta dalle confezioni di creker della Mulino Bianco, riponendo poi il pacchetto sullo scaffale. Inoltre, fuori dal suo orario di lavoro, aveva sottratto, nascondendole nella sua borsa, due confezioni di caramelle.

La cassiera era stata immediatamente licenziata e per questo aveva presentato ricorso contro l'azienda. In primo grado, i giudici le avevano dato ragione, annullando il licenziamento. I difensori della donna avevano sottolineato il poco equilibrio tra il poco valore dei prodotti sottratti e la punizione inflitta, troppo severa e sostituibile da un ammonimento.

Nel 2016, la Corte di appello di Ancona aveva, però, ribaltato la sentenza, a seguito della visione dei filmati delle telecamere di sicurezza, sostenendo che il comportamento della cassiera era idoneo a determinare "la rottura del vincolo fiduciario", considerando anche le mansioni cui la donna era addetta, che comprendevano il "maneggio di denaro aziendale". Non aveva nessun rilievo, secondo i giudici della Corte d'appello, "l'esiguo valore dei beni sottratti", poichè il comportamento della cassiera non era stato dettato da motivi di biogno.

A seguito della sentenza del 2016, la lavoratrice si era rivolta alla Corte di Cassazione, sostenendo che i punti-raccolta dei pacchetti di creker erano stati sottratti da suo figlio minorenne.

I giudici della Suprema Corte hanno rigettato il ricorso, confermando la sentenza dell'appello, visto che i bollini erano stati inseriti in borsa dalla cassiera stessa e che, in ogni caso, la donna "era responsabile delle azioni del figlio minore".

Con la sentenza, la Corte di Cassazione ha stabilito che il licenziamento per giusta causa è considerato legittimo quando il comportamento del lavoratore ha ripercussioni sul rapporto di lavoro, cioè quando il suo operto ha messo in dubbio "la

futura correttezza dell'adempimento".

Già nel 2017, una sentenza della Corte di Cassazione aveva confermato, come rilevato anche da Il Giornale, la condanna al licenziamento per un dipendente di un supermercato, che aveva rubato delle caramelle.

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