Sono finiti in manette questa mattina i componenti di un'organizzazione criminale che forniva false documentazioni a cittadini stranieri, fra cui anche tre dipendenti del comune di Catania. Ad occuparsi del fermo gli agenti della Digos, che hanno provveduto ad arrestare ben dieci persone (cinque di nazionalità italiana, e cinque stranieri), al termine delle indagini condotte dalla procura di Catania.
Il gruppo si occupava di fornire agli extracomunitari documenti falsi così da permettere loro la permanenza oppure il soggiorno nel nostro Paese. Per poter comunicare veniva naturalmente utilizzato un linguaggio criptico, così da depistare eventuali indagini nei loro confronti. In questo modo, secondo quanto riferito da alcuni quotidiani, almeno un centinaio di stranieri avrebbero ricevuto facili permessi di soggiorno.
Per ottenere i servizi della banda era necessario sborsare un certa cifra. Esistevano veri e propri tariffari (ad esempio 30 euro per un cambio di residenza o 5mila per un finto matriomio), con sconti previsti per alcune categorie di fruitori. L'organizzazione prevedeva addirittura un rimborso nei confronti dei clienti rimasti insoddisfatti dal servizio fornito. Tutto questo è rimasto in piedi fino a stamani, quando gli agenti hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del tribunale di Catania.
A finire indagati con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina i pubblici ufficiali Michele Sampognaro, Attilio Topazio e Giuseppe Torre, il primo funzionario dell'ufficio Anagrafe, gli altri due agenti della polizia municipale addetti al controllo di alloggi e residenze. Seguono poi Alessandro Faranda, all'occorrenza coniuge o datore di lavoro fittizio, e Lorenzo Russo, falso ospitante.
Arrestati anche Seck Abdourahmane Siley, cittadino senegalese regolare sul territorio nazionale che svolgeva la funzione di "promotore" dell'associazione, ed il braccio destro di quest'ultimo Sarr Cheikh, clandestino e suo connazionale. In manette Sow Sahada, altro senegalese che lavorava come "factotum", Hossain Kayum, bengalese regolare in Italia che si occupava della confraffazione dei documenti, e l'indiano Singh Simranjit, che operava come ospitante.
Secondo
quanto disposto dal giudice, i tre funzionari pubblici Sampognaro, Topazio e Torre, ed i senegalesi Siley e Cheikh si trovato ora dietro le sbarre del carcere. Ai domiciliari, invece, il resto del gruppo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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