Si è concluso il (breve) periodo di quarantena volontaria dalla televisione per Massimo Galli, direttore del reparto di Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano. L'infettivologo un paio di settimane fa circa aveva annunciato: "Basta tv, ho da lavorare, studiare e fare altro". Ora i 15 giorni sono passati e Galli è tornato ospite di diverse trasmissioni televisive.
Prima da Bianca Berlinguer a Cartabianca dove si è scontrato con Bruno Vespa perché quest'ultimo ha accusato Galli di essere "il Davigo dei virologi". E perché, in seguito ai continui allarmi lanciati negli ultimi mesi dal medico, il conduttore di Porta a Porta lo ha attaccato sarcasticamente affermando: "Lui dice che non ci sono persone sane ma infettati che la fanno franca. Faccia un sorriso, non siamo morti dopo le riaperture". Probabilmente a Vespa, come a molti italiani, non sono andate a genio le numerose dichiarazioni di Galli in cui ipotizzava il peggio.
Lo scorso mese il problema erano le riaperture e l'eventuale abolizione del coprifuoco che, a suo dire, avrebbero favorito lo sviluppo della quarta ondata. Mentre a maggio, prima dell'esilio televisivo, era arrivato a mettere in dubbio anche l'efficacia del vaccino. "La domanda è: con questo vaccino otteniamo l’immunità di gregge, riusciamo a non far circolare il virus? La risposta è probabilmente no".
L'assenza però deve avergli fatto cambiare idea. Questa mattina, infatti, durante la trasmissione Agorà su Rai 3, l'infettivologo ha espresso il suo totale favore nei confronti della campagna vaccinale: "Ha comportato quella che io ritengo essere davvero una svolta, che non sarà temporanea". Da incapace di far ottenere "l'immunità di gregge" a "non temporanea" il passo, però, è tutto tranne che breve. L'infettivologo, inoltre, a sorpresa ha sottolineato: “La nostra relazione con il Covid sarà diversa nei prossimi mesi. Non abbiamo una soluzione completa del problema, che va risolto a livello globale se lo vogliamo lasciarlo alle nostre spalle. Ma abbiamo un andamento che rende meno pesante l'ingerenza della malattia sul nostro quotidiano e la prospettiva che la ripresa sia un fatto concreto".
È, poi, molto importante vaccinare gli under 16 perché "i giovani sono un serbatoio importante per questo virus" e così facendo si può essere in grado di “togliere la possibilità al virus di circolare”.Sempre durante Agorà ha comunque ammonito: "Guardate che il virus gira ancora parecchio e ci sono molti asintomatici, tra i giovani soprattutto, e anche una certa disaffezione verso i tamponi".
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