Emergono novità riguardo le cause del crollo della funivia che hanno portato alla tragedia del Mottarone. La ragione del cedimento potrebbe essere dovuta all'impiego massiccio dei "forchettoni" durante la corsa. Questi sono degli strumenti utilizzati per impedire al freno di emergenza di innescarsi e conseguentemente di interrompere la corsa. Normalmente questi devono essere rimossi per ragioni di sicurezza nell'orario di servizio ma il 23 maggio, come è emerso dalle indagini, stati lasciati inseriti. È stato appurato, inoltre, che questo sistema, vietato, è stato adottato più e più volte durante il mese.
Nulla esclude, quindi, che in questa maniera durante il movimento si sia venuta a creare una tensione eccessiva sulla fune che ha portato alla sua rottura all'altezza dell'attacco del carrello. Questa è una delle (tante) ipotesi, come riporta Tgcom24, su cui si stanno interrogando i consulenti della procura di Verbania. È necessario fare luce quanto prima riguardo le cause dell'incidente del 23 maggio dal momento che hanno perso la vita ben 14 persone. L'unico sopravvissuto è un bambino di nome Eitan, 5 anni, grazie al corpo del papà che gli ha fatto da scudo. Il piccolo, proprio il primo giugno, ha lasciato il reparto di rianimazione dell'ospedale Regina Margherita di Torino ed è stato trasferito in degenza.
A questo punto non è più consentito ai tecnici e tanto meno ai vertici societari affermare che non erano a conoscenza dell'uso dei forchettoni. Il loro utilizzo, infatti, va avanti da almeno il 2014 quando Michael Meier, videoamatore svizzero, ha ripreso la funivia del Mottarone. Il video in questione è stata inviato dall'emittente tedsca Zdf alla Procura di Stresa. Qualora le indagini proveranno l'autenticità del filmato, questo rischia di cambiare completamente la situazione e di aggravare pesantemente la posizione di Gabriele Tadini, il macchinista della funivia. "L'ho fatto perché c'era un'anomalia ai freni che li faceva chiudere spesso" ha dichiarato. Il meccanismo impedisce, quando il freno d'emergenza è guasto, che quest'ultimo si attivi frequentemente, peccato però che l'inserimento dei forchettoni, quando i freni di sicurezza entrano in funzione, non permette di capire se è presente qualche anomalia.
È stata consegnata dal consulente Giorgio Chiandussi alla procuratrice Olimpia Bossi e al sostituto Laura Carrera la prima relazione che si interroga proprio su questi dubbi.
Ora le indagini sono destinate ad allargarsi anche ai dipendenti che sapevano dei forchettoni i quali si difendono: "Dicono che dovevamo rifiutarci di mettere i ceppi ma noi prendiamo ordini dal caposervizio e non pensavamo ci fosse un pericolo. Tutti sapevano, non si può scaricare la colpa sugli operai. I ceppi erano su da tre settimane".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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