Plast rappresenta una delle maggiori Fiere internazionale delle tecnologie per la produzione e la trasformazione delle materie plastiche e della gomma, un settore che in Italia vale circa 4 miliardi. Si confronta soprattutto con analoghi appuntamenti organizzati in Germania, Usa e Cina. «La forte valenza internazionale della manifestazione - spiega Mario Maggiani, direttore generale di Assocomaplast, l'Associazione aderente a Confindustria che organizza la kermesse attraverso la propria società di servizi Promaplast - rispecchia il ruolo primario che l'Italia ha avuto e ha ancora nei settori della plastica e della gomma, e in particolare nella produzione di macchine per la loro lavorazione e trasformazione. Ancora oggi, le aziende di tutto il mondo che necessitano di acquistare impianti o stampi per realizzare prodotti con questi materiali, prendono innanzitutto in considerazione i produttori italiani e quelli tedeschi, soprattutto se il fattore più importante per la scelta è la qualità delle attrezzature e dei servizi, non il loro costo». Quando il driver è invece l'economicità, risulta più facile che le nostre imprese sentano la concorrenza di quelle cinesi. «Ma capita spesso - rivela Maggiani - di incontrare clienti che, dopo aver investito in macchine cinesi, per i successivi acquisti decidono di tornare a rivolgersi alle nostre imprese».
Un motivo per il quale alle aziende tricolori conviene puntare sull'export (nel 2014 è cresciuto del 4,9%, a fronte di un aumento della produzione del 2,6%) e, quindi, su una vetrina internazionale come Plast è la crescita della domanda di plastica a livello globale. «A differenza del legno o del vetro - sottolinea Maggiani - la plastica è un settore ancora giovane, che ha poco più di un secolo alle spalle». E oggi, grazie allo sviluppo di molti Paesi che fino a qualche anno fa non offrivano molte opportunità di business, il settore è uno dei più interessanti su cui investire. «Se nei Paesi più industrializzati - continua il direttore generale di Assocomaplast - il potenziale di utilizzo della plastica è già molto sfruttato, negli Paesi in via di sviluppo è quasi ancora tutto da scoprire. Non meraviglia, quindi, che tra i Paesi su cui puntare, vi sono, solo per fare alcuni esempi, Vietnam, Indonesia, India, alcune nazioni dell'Africa nera e il Messico. Paradossalmente, però, vi sono anche gli Stati Uniti (che hanno aumentato la domanda di nostri prodotti del 21,5% nel 2014 sul 2013) perché nei decenni passati - continua Maggiani - hanno deciso di disinvestire nel settore della produzione di macchine». Ma anche la stessa Cina continua a rappresentare un mercato interessante per le tecnologie di qualità.
Ora tocca anche al mercato interno cambiare marcia rispetto al recente passato.
Nel 2014 Assocomaplast ha registrato un progresso del 1,3%. Anche la crescita del 8,5% dell'import - che ha comunque valori molto bassi: 640 milioni - è da considerare come un segnale di ripresa della domanda delle nostre imprese di trasformazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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