Il filosofo americano Emerson sosteneva che "la natura veste sempre i colori dello spirito". In parole povere, a determinati stati d'animo corrispondono determinate tinte e sfumature. Al rosso acceso, ad esempio, associamo uno stato emotivo eccitato, al verde un senso di stabilità e perseveranza e al blu un senso di profondo rilassamento e calma (vi siete mai chiesti perché i più famosi social network utilizzano questo colore per la loro interfaccia? Touché). A quale tinta, quindi, corrispondono le sensazioni di morte, disgusto e -letteralmente- "sporco"? È la domanda che si è posto un team di ricercatori australiani, in prospettiva del nobilissimo intento della lotta al fumo. Lo studio è stato condotto su un campione di oltre 1000 persone, che hanno decretato l'ardua sentenza: il colore più brutto del mondo si chiama Pantone 448 C (o couché opaco), definito dai ricercatori come "una sfumatura di marrone che causa rigetto, nausea un senso di orrore e morte". A noi ricorda vagamente le tinte della Coppa del Nonno.
Lo sfortunato Pantone, tuttavia, servirà a fare del bene. L'indagine, infatti, già commissionata nel 2012 dal governo australiano al team di ricercatori dell'agenzia GfK, è stata condotta allo scopo di trovare il giusto colore per i pacchetti di sigarette: una tinta talmente stomachevole, da disincentivarne l'acquisto da parte dei fumatori.
La strategia psicologica ha funzionato così bene in Australia, che adesso anche altri paesi come Inghilterra, Irlanda e Francia hanno deciso di adottarla. In effetti, a conti fatti, comprereste più volentieri delle sigarette avvolte in un bianco "spirituale" o in un pantone "sporco"?
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