Concordia, il testimone: "Schettino accelerò con gli scogli a 20 metri"

L'ufficiale in addestramento: "Diede l'ordine di aumentare la velocità da 15 a 16 nodi"

Concordia, il testimone: "Schettino accelerò con gli scogli a 20 metri"

"Abbiamo urtato uno scoglio? Madonna ch’aggio combinate!". Sono parole di Francesco Schettino, pronunciate la notte in cui la Costa Concordia si arenò al largo dell'Isola del Giglio. L'audio è stato fatto ascoltare dal pm Stefano Pizza durante l'udienza odierna del processo. Si sente anche dire Schettino ordinare "Chiudere le porte stagne a poppa". Ordine ripetuto anche dal suo vice Ciro Ambrosio.

Due i testimoni ascoltati oggi dall'accusa. Una è Domnica Cemortan, la ballerina moldava che era in plancia insieme a Schettino durante in naufragio. L'altro è Salvatore Ursino, ufficiale in addestramento che con le sue dichiarazioni inguaia l'ex comandante. Quella notte sentì un ordine di timone a dritta mentre la nave andava a 16 nodi. Era stato proprio Schettino a chiedere al vice Ciro Ambrosio aumentare la velocità della Costa Concordia da 15 a 16 nodi, circa cinque minuti prima dell’impatto con gli scogli. Un ordine "insolito" perché "la nave sbanda e si inclina su un lato" determinando la possibile caduta oggetti e persone. "C’era qualcosa di strano", ha raccontato Ursino, "Di mia iniziativa andai sull’aletta sinistra e mi affacciai dalle vetrate: vidi gli scogli a una ventina di metri, con prora a dritta e poppa verso sinistra. D’istinto mi venne di dire che la poppa era impegnata a sinistra".

Il timoniere indonesiano, inoltre, sbagliò due volte a comprendere i comandi di Schettino, e a ripeterli, ma il comandante non intervenne e non prese provvedimenti se non dicendo "otherwise we go on the rocks (altrimenti andiamo sulle rocce)", ricorda poi l'ufficiale "stagista". "Mi misi a fianco del timoniere poiché si andava con navigazione manuale", dice Ursino, "Lo feci di mia iniziativa".

In quel momento in plancia c’erano, oltre agli addetti, "il primo maitre Antonello Tievoli, il maitre Ciro Onorato, l’hotel director Manrico Giampedroni, oltre che la ragazza moldava che rimase sulla porta", racconta Ursino, "Erano lì per ammirare il passaggio ravvicinato al Giglio".

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