L'ultima favoletta della Salis sulle occupazioni

Occupanti come buoni samaritani che prendono le case di proprietà altrui per migliorare la vita degli altri: il racconto di Salis delle occupazioni abusive dei "compagni"

L'ultima favoletta della Salis sulle occupazioni
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Ilaria Salis pensa ancora di essere una militante dei centri sociali e non si rende conto di essere, invece, un rappresentate delle istituzioni che riceve il suo lauto stipendio dalle tasse che gli onesti cittadini pagano ogni anno. Ancora una volta, infatti, ha rilasciato un comunicato social in cui invita le persone a "sostenere le ragioni dei movimenti di lotta per la casa", ossia gli occupanti che prendono possesso illegittimamente, e illegalmente, degli appartamenti. Come ha fatto lei fino a poco prima di partire per l'Ungheria. Per cercare di convincere il prossimo che è giusto infrangere la legge per occupare le altrui abitazioni, Salis ha tentato di raccontare il mondo delle occupazioni in maniera romanzata per cercare l'empatia del lettore. Il bersaglio di questa sortita social? L'inasprimento delle pene per chi occupa: "Se venisse confermato il reato di associazione a delinquere, sarebbe un ulteriore grave passo in avanti nella repressione delle lotte e criminalizzazione della povertà. Un altro tassello nella direzione autoritaria e classista".

La posizione di Salis è comprensibile da un certo punto di vista: la maggior parte dei suoi voti arriva proprio dai centri sociali e dai suoi "compagni" occupanti. Senza quelli, politicamente non è rilevante. Ed è grazie a quelli che Avs, il partito che l'ha candidata, ha potuto risalire nel gradimento percentuale degli italiani. Per chi è normale che ne assecondi le inclinazioni, credendoci pure. Nella sua nota, che si riferisce al quartiere per lo più popolare del Giambellino di Milano, Salis scrive che "la narrazione secondo cui l’occupante ruberebbe casa alla signora anziana serve solo ad alimentare la guerra tra poveri e a sollevare gli enti gestori dalle proprie gravi responsabilità. Non descrive minimamente la realtà dei fatti". Eppure, è ciò che le cronache raccontano e che gli italiani vivono sulla loro pelle. Quando gli occupanti entrano nelle case vuote si trasformano in buoni samaritani nel racconto di Salis, perché "eliminano muffa e sporcizia, imbiancano le pareti e cambiano i sanitari, questi ultimi spesso distrutti da Aler stessa per scoraggiare le occupazioni e impedire le assegnazioni allo scopo di fare delle case vuote oggetto di speculazione edilizia".

Il mondo delle occupazioni, nell'idea di Salis, è "una comunità solidale" e sbagliano le forze dell'ordine e la magistratura, chiamate a far rispettare la legge a considerarle, come scrive l'europarlamentare, "una pericolosa associazione a delinquere. Che organizzarsi collettivamente per migliorare la propria condizione e aiutare il prossimo senza alcun tornaconto economico è un crimine da punire severamente". Nel momento in cui si prende possesso di una casa non propria, e quando questo è lo scopo di una rete di persone che operano in questa direzione, la definizione è esattamente quella nel mondo reale.

"Nel 2018 sono state sgomberate case e spazi destinati alla socialità e ad attività per il quartiere. Oggi, quelle case e quegli spazi sono ancora vuoti, murati, e non assegnati. Nel 2022 nove persone sono state condannate in primo grado per un totale di 30 anni di carcere (la pena più alta supera i cinque anni).

Mercoledì 2 ottobre si terrà presso il tribunale di Milano l’udienza di appello", scrive Salis, che invita le persone a fornire solidarietà a chi ha occupato le case. Lei stessa è al centro di una polemica la stessa accusa. E rappresenta l'Italia nel parlamento europeo.

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