Offensiva in Libano: Tel Aviv ordina di evacuare 20 aree. Razzi di Hezbollah verso Israele

Come previsto, il gabinetto di guerra israeliano ha approvato ieri l'operazione di terra oltreconfine. Gli attacchi, tuttavia, promettono di avere una portata limitata nel tempo

Offensiva in Libano: Tel Aviv ordina di evacuare 20 aree. Razzi di Hezbollah verso Israele
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Dopo attese, tensioni e prodromi di vario genere l'operazione di terra tanto annunciata delle forze israeliane è cominciata. Tuttavia, non nella veste di "invasione totale" che molti si aspettavano, almeno per il momento. Erano da poco passate le 01.00 (ora italiana) quando due funzionari statunitensi hanno dichiarato a Nbc News che l'operazione sembra aver avuto inizio.

Fuoco da entrambi i fronti da questa notte

Le forze israeliane hanno distrutto un deposito di missili terra-aria del movimento sciita nei pressi dell'aeroporto internazionale di Beirut. I missili erano stati immagazzinati a circa 1,5 chilometri dall'aeroporto della capitale libanese. Le forze di terra israeliane sono entrate in Libano, ma rimangono "a distanza molto ravvicinata" dal confine e finora non ci sono stati "scontri". Lo ha indicato un alto funzionario israeliano della sicurezza alla Bbc. "Stiamo parlando di colpire le rampe di lancio di Hezbollah, l'infrastruttura di Hezbollah proprio accanto alle comunità nel nord di Israele", ha affermato il funzionario. "Non posso rivelare i numeri, ma posso dire che non si tratta di numeri di una grande invasione di terra", ha aggiunto, descrivendola come "limitata" e non come le operazioni israeliane a Gaza. Il portavoce di Hezbollah, Mohammed Afifi ha dichiarato che i suoi combattenti sono pronti a un "confronto diretto" con i soldati israeliani. I combattenti sono pronti "a confrontarsi direttamente con le forze nemiche che osano o cercano di entrare in Libano per infliggere loro delle vittime", ha detto il portavoce che, tuttavia, ha negato che le truppe israeliane abbiano sfondato il confine.

Le forze armate israeliane hanno esortato i residenti di una trentina di villaggi nel sud del Libano a evacuare a nord del fiume Awali, a decine di km dal confine con Israele. "Le attività di Hezbollah costringono l'Idf ad agire contro il gruppo. L'Idf non vuole farvi del male e per la vostra sicurezza dovete evacuare immediatamente le vostre case", ha scritto su X il portavoce delle truppe in lingua araba, Avichai Adraee. Si tratta di una distanza maggiore rispetto al fiume Litani, che segna il confine settentrionale di una zona cuscinetto dichiarata dalle Nazioni Unite dopo la guerra del 2006.

Intanto, Hassan Nasrallah non ha ancora avuto spoltura. L'organizzazione di un funerale di questo tipo, a cui dovrebbero partecipare decine di migliaia di persone costituisce una grossa sfida dal punto vista della sicurezza". Una "fonte della resistenza irachena" parlando con i media di Baghdad cita un non confermato piano alternativo che prevede la sepoltura del "martire" in un luogo segreto momentaneamente, senza indicare una data. La fonte ha inoltre dichiarato che "tutte le indicazioni suggeriscono che Nasrallah sarà sepolto in Libano e non fuori, data la sua grande importanza simbolica e il suo peso nell'asse della resistenza". Nei giorni scorsi si era parlato della possibilità che venisse sepolto a Kerbala, città santa sciita nel sud dell'Iraq.

Un'operazione "limitata"

Le forze di difesa israeliane hanno affidato le manovre alla 98a Divisione, una formazione d'elite di unità di paracadutisti e commando, raggiunta dalla 7a Brigata corazzata, dopo essersi preparate per l'operazione nelle ultime settimane. La 98a Divisione ha precedentemente operato nella Striscia di Gaza per mesi durante la guerra contro Hamas. Le forze israeliano opereranno secondo un piano "metodico" stabilito dallo Stato Maggiore e dal Comando Settentrionale, per il quale i soldati di Tel Aviv si sono addestrati e preparati negli ultimi mesi. Questa mattina le sirene d'allarme sono scattate a Tel Aviv e nel centro di Israele a seguito del lancio di razzi dal Libano. Lo riferiscono i media locali, precisando che alcuni razzi sono stati intercettati. Secondo il servizio di emergenza del Paese, al momento non ci sono segnalazioni di vittime.

Hezbollah ha rivendicato il lancio di razzi sul centro di Israele, sostenendo di aver sparato missili Fadi-4 sulla base di Glilot, vicino a Herzliya, a nord di Tel Aviv, sede dell'Unità 8200 e del quartier generale del Mossad. Due persone sono rimaste moderatamente ferite nell'attacco e stanno ricevendo cure mediche. Anche i ribelli Houthi nello Yemen hanno rivendicato la responsabilità di "due operazioni militari con droni verso Jaffa ed Eilat", in Israele. L'annuncio arriva dopo che ieri sera le Forze di difesa israeliane avevano riferito che l'aeronautica militare aveva intercettato decine di droni nel cielo del Mar Mediterraneo, a decine di chilometri a ovest della costa israeliana.

Un nuovo raid è tornato a colpire anche Beirut, a una manciata di giorni dall'attacco che ucciso il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. L'esercito israeliano aveva ordinato ai residenti dei sobborghi della capitale libanese di evacuare prima degli attacchi. Gli attacchi aerei lanciati durante la notte nel quartiere Dahieh hanno preso di mira diversi siti di Hezbollah, tra cui stabilimenti di produzione di armi e altre infrastrutture militari.

Al via l'operazione "Frecce del Nord"

Si chiamerà "Frecce del Nord" questa nuova fase del conflitto, che si svolgerà con il supporto dell'Aeronautica militare e dell'artiglieria che stanno conducendo "attacchi di precisione su obiettivi militari nella zona". Nulla, tuttavia, sembra essere già stabilito a priori in fatto di magnitudine dell'intervento. Secondo le Idf, infatti, l'operazione proseguirà in base alla valutazione della situazione e parallelamente alla guerra a Gaza "e in altre arene". Quest'ultimo dettaglio, è quello che al momento preoccupa maggiormente gli alleati di Israele e non: oltre al Libano e allo Yemen, infatti, si temono attacchi mirati in territorio iraniano e un ulteriore, eventuale, allargamento del conflitto anche allo scenario siriano.

Esplosioni sono state avvertite nella notte anche a Damasco, mentre Israele annunciava l'avvio delle manovre oltre il confine con il Libano. Sono stati, infatti, effettuati attacchi aerei israeliani anche dal Golan siriano occupato: questi bombardamenti hanno causato, secondo il ministro della Difesa siriano, “tre morti civili e nove feriti” secondo quanto riferito da L'Orient-Le Jour . A confermarlo ulteriormente, media ufficiali siriani, secondo cui sarebbe entrata in azione la contraerea, che avrebbe intercettato sulla capitale "obiettivi ostili". Tra le vittime dell'attacco vi è anche Safaa Ahmed, noto giornalista e conduttore televisivo siriano.

Gli altri attacchi in territorio libanese

Fonti israeliane hanno confermato ad Axios che si tratta di raid mirati ma limitati nel tempo e nella portata che non hanno come obiettivo quello di occupare il sud del Libano. Uno degli attacchi di questa notte, tuttavia, ha riguardato un edificio nel campo palestinese di Ain El-Hilweh vicino a Sidone, nel Libano meridionale. Secondo quanto riferito da una fonte palestinese e dai media libanesi citate dal Times of Israel, si tratta del primo attacco al campo, il più grande tra quelli libanesi, da quando sono scoppiate le ostilità transfrontaliere.

Obiettivo dell'attacco israeliano era Mounir Maqdah, comandante del ramo libanese dell'ala militare del movimento palestinese Fatah, le Brigate dei Martiri di Al-Aqsa. Secondo funzionari della sicurezza palestinesi citati dal Times of Israel , l'edificio colpito era la casa di suo figlio. Non è chiaro se Maqdah fosse nella proprietà nè se sia stato ucciso. Israele ha iniziato a prendere di mira alti funzionari palestinesi in Libano nella notte tra domenica e lunedì, uccidendo in un primo attacco nel cuore di Beirut, a Cola, tre membri del Fronte popolare per la liberazione della Palestina e nel campo profughi di 'el -Bass, vicino a Tiro, il leader di Hamas in Libano, Fateh Cherif Amine e la sua famiglia.

La reazione di Washington

Le prime reazioni che giugnono dagli Stati Uniti sembrano essere molto tiepide nei confronti di Tel Aviv. I raid limitati che l'Idf ha lanciato sono "in linea con il diritto di Israele di difendere i propri cittadini e di riportare i civili a casa in sicurezza", secondo il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca. "Sosteniamo il diritto di Israele di difendersi da Hezbollah e da tutti i gruppi terroristici sostenuti dall'Iran", ha detto il portavoce. "Certo, sappiamo che l'espansione della missione può essere un rischio e continueremo a discuterne con gli israeliani". "In definitiva, una risoluzione diplomatica è l'unico modo per raggiungere una stabilità e una sicurezza durature lungo il confine tra Israele e Libano", ha aggiunto, sottolineando la convinzione degli Stati Uniti che i soli mezzi militari non ripristineranno la sicurezza nelle città di confine settentrionali o meridionali di Israele.

Ci saranno "gravi conseguenze per l'Iran nel caso in cui decidesse di lanciare un attacco militare diretto contro Israele", ha tuonato il Segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin in un colloquio telefonico con il suo omologo israeliano Yoav Gallant.

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