Concorsi pubblici: stop al voto minimo di laurea

Non sarà più necessario esibire un voto minimo di laurea per potere prendere parte a selezioni pubbliche

Concorsi pubblici: stop al voto minimo di laurea

Rush finale per la riforma della Pubblica Amministrazione al voto nell’Aula di Montecitorio. E all’ultimo arrivano novità come lo stop ai dirigenti condannati per danno erariale e l’eliminazione del voto di laurea come barriera per l’accesso ai concorsi. Si tratta di due emendamenti approvati in tarda serata alla Camera, il primo arriva dal M5s e il secondo dal Pd.

Quanto ai dirigenti si delega il governo a prevedere i casi in cui, in presenza di condotta dolosa, la condanna, anche non definitiva, della Corte dei Conti porta alla revoca dell’incarico o al suo mancato conferimento. Almeno quando si hanno di fronte dirigenti che ricoprono posizioni "sensibili", a rischio corruzione. Il cambiamento introdotto in fatto di concorsi non è da meno: non sarà più necessario esibire un voto minimo di laurea per potere prendere parte a selezioni pubbliche.

Ecco allora i principali aspetti che la Camera si accinge a votare: si punta al via libera in nottata. Non sono escluse altre modifiche (tra cui lo stop al meccanismo per cui i bonus nelle partecipate possono essere legati agli incrementi tariffari).

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