"Coronavirus? Il Lazio pronto ma resta l'incognita asintomatici"

Rocco Bellantone, preside della facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, ci parla del Columbus Covid 2 Hospital, struttura realizzazione in tempi record per curare i malati di coronavirus

"Coronavirus? Il Lazio pronto ma resta l'incognita asintomatici"

“Gli operatori sanitari hanno risposto con molta passione, sono pronti ad affrontare l’emergenza coronavirus”. Rocco Bellantone, direttore del Governo clinico del Gemelli e preside della facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, mostra soddisfazione per il traguardo raggiunto: la realizzazione in tempi record del Columbus Covid 2 Hospital, la struttura che ieri ha accolto i primi pazienti affetti dal Covid-19 arrivati dal Policlinico Gemelli.

Il Columbus Covid2 Hospital si unisce allo Spallanzani nella lotta al coronavirus. Pensa che il Lazio sarà in grado di vincere o teme l’arrivo del picco di contagi?

"Sul picco abbiamo solo previsioni, ma nessuno di noi ha certezze. Speriamo che la crescita di positivi continui in maniera lenta perché questo ci permetterà di dare una cura adeguata a tutti. Per capire cosa succederà nel Lazio e in Italia in genere bisognerà attendere fine di questa settimana e l’inizio della prossima".

Non sarà necessario, quindi, riaprire il Forlanini come chiede la sindaca Raggi?

"Non so in che condizione sia il Forlanini, ma la Regione ha annunciato che, oltre alla Columbus e al Gemelli, sta per aprire altre due strutture. Al momento il Lazio sta reagendo molto bene e sta affrontando in maniera molto rapida l’esigenza di creare dei nuovi posti".

Qual è l’iter per accedere alla Columbus?

"La Columbus non ha un pronto soccorso. Le indicazioni sono quelle valide per tutta Italia: se qualcuno presenta dei sintomi da coronavirus deve chiamare i numeri verdi nazionali o regionali e, in base ai sintomi, verrà fatto un primo triage telefonico. Qualora ci fosse un caso sospetto le autorità competenti provvederanno al trasferimento del malato nella struttura più adeguata. Il presidio della Columbus rimarrà a disposizione del pronto soccorso del Gemelli e di tutte le ambulanze che arriveranno su indicazione della task force regionale".

Ora i pazienti che prima venivano seguiti in questa struttura a chi si devono rivolgere?

"Noi abbiamo trasferito le attività della Columbus al Gemelli, ma, ora come ora, è prevista solo un’attività d’urgenza o per pazienti, come gli oncologici, che presentano diagnostiche urgenti. Chi non ha delle problematiche urgenti deve rimandare".

Chi è più esposto al Covid-19?

"Le categorie a rischio sono gli immunodepressi e coloro che hanno patologie concomitanti che indeboliscono gli organi e che, in caso di malattia, sono i più colpiti da una polmonite interstiziale. Chiunque abbia il diabete o malattie cardiache è più suscettibile però, in questo momento, dobbiamo stare attenti tutti ed evitare al minimo i contatti. Le passeggiate devono essere molto limitate".

Perché è così importante stare a casa?

"Se noi stiamo tutti a casa chi è infettato non ha possibilità di contagiare altri per cui si riduce il numero di persone ammalate. Riducendo il numero di ammalati si riesce a evitare l’arrivo simultaneo di una gran moltitudine di persone negli ospedali che, a quel punto, potrebbero non reggere l’impatto".

Quanti sono realmente i contagiati nel Lazio?

"È ovvio che, nel Lazio, ci sono ben più di 500 contagiati anche perché oggi i test vengono eseguiti sono a chi presenta dei sintomi".

Ritiene che il Veneto sbagli a effettuare ‘tamponi a tappetto’ oppure potrebbe essere efficace anche il metodo inizialmente proposto dalla Gb della ‘immunizzazione di gregge’?

"In presenza di risorse adeguate l’aumento del numero di tamponi può essere una strategia efficace. Il permettere una diffusione incontrollata per una teorica immunizzazione di gregge rappresenta una via pericolosissima incurante degli effetti catastrofici sui singoli e sul sistema sanitario".

Quindi sono pericolosi anche gli asintomatici?

"Questo virus, nella maggior parte dei casi, ha un decorso asintomatico e benigno. Resta, però, il rischio che gli asintomatici contagino chi, ora come ora, è sano. Se ci fosse un rigido rispetto delle regole il numero dei contagi calerebbe tantissimo.

Stiamo tutti cercando di guadagnare tempo perché prima o poi si spera che esca fuori il vaccino e delle cure adeguate. Ora queste cose non ci sono perciò meno contagiati abbiamo e più si riduce la mortalità da coronavirus".

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