"In Lombardia servono tamponi di massa"

Il virologo Andrea Crisanti racconta come si è fermata la diffusione del coronavirus nel focolaio di Vo' Euganeo

"In Lombardia servono tamponi di massa"

Per fermare il coronavirus "siamo ancora in tempo, ma dobbiamo muoverci in fretta". A dirlo in un'intervista al Corriere della Sera è Andrea Crisanti, docente di Microbiologia e virologia e direttore dell’Unità complessa diagnostica di microbiologia della Asl di Padova.

"Dopo il decesso dell’anziano per Covid-19, il 95% della popolazione di Vo’ (2.750 persone) si è sottoposta volontariamente al test: la quota di positivi era del 3%, in massima parte senza sintomi", dice il virologo che sta gestendo il focalio di Vo' Euganeo, moderatamente soddisfatto per i risultati ottenuti finora. "Tutti sono stati isolati a domicilio e oggi la percentuale, secondo i primi dati provvisori, è scesa a livelli molto bassi", dice Crisanti."Il modello veneto", secondo il peofessore, può essere esportato anche nelle altre Regioni italiane "a partire da Veneto, Marche, Emilia-Romagna", ma "bisogna fare presto, il tempo non è dalla nostra parte". Solo così poi ci si potrà concentrare sulla Lombardia. "L’obiettivo è controllare l’epidemia nelle fasi iniziali, anche per limitare la severità delle manifestazioni cliniche", sottolinea. Crisanti consiglia di fare "test di massa alla popolazione e tracciare i contatti dei positivi (più o meno stretti)" per isolare i contagiati, anche quelli asintomatici. Secondo il virologo veneto serve "un’azione aggressiva, altrimenti il virus continuerà a circolare", la cosiddetta "via cinese" che ha previsto 3 mesi di blocco "senza eccezioni". L'unica soluzione è, quindi, continuare a fare i tamponi, anche perché, soprattutto in Lombardia "c'è molto sommerso". "Un tampone costa 30 euro, un paziente in terapia intensiva dai 3 ai 5mila euro al giorno", spiega Crisanti.

I dati aggiornati a oggi

Finora in Lombardia sono stati effettuati più di 21400 tamponi e sono stati trovati 4427 casi attualmente positivi al Covid-19. I deceduti sono 468, mentre i guariti dimessi dalle strutture ospedaliere sono stati 896. Al momento vi sono ancora più 3300 persone ricoverate con sintomi 466 sono in terapia intensiva e 642 in isolamento domiciliare.

Numeri ben diversi si registrano in Veneto dove su oltre 16mila persone a cui è stato fatto il tampone i casi totali di persone positive al coronavirus sono stati 856, i morti soltanto 26 e 47 i guariti. I positivi, attualmente, sono 783. I pazienti ricoverati con sintomi 204, quelle in terapia intensiva 67 e coloro che si trovano in isolamento domiciliare 512.

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