Coronavirus, morto Gino Fasoli: stava aiutando i colleghi medici

Gino Fasoli era un medico rientrato dalla pensione per aiutare i colleghi nella lotta contro il coronavirus, ma alla fine anche lui è stato contagiato: l'infezione non gli ha lasciato scampo

Coronavirus, morto Gino Fasoli: stava aiutando i colleghi medici

Deceduto il dottor Gino Fasoli, l'anziano medico rientrato dalla pensione per aiutare i colleghi più giovani nella crociata contro il coronavirus. Come si legge da Onda Tv, Fasoli era un medico che aveva fatto del suo lavoro una missione. L'anziano professionista è deceduto all'età di 73 anni. Considerato un vero e proprio "eroe sul fronte", Fasoli era risultato positivo al covid-19. È stato scientificamente riscontrato che la morte del medico 73enne, avvenuta in data 14 marzo 2020 presso la clinica di San Rocco in Ome (Brescia) in cui era ricoverato, è da ricondursi al coronavirus. La notizia della sua dipartita ha gettato nello sconforto familiari, parenti e amici.

Il medico, originario di Sulmona, vanta un curriculum vitae di tutto rispetto, tanto da essere considerato un luminare nel suo campo. Dopo essersi fatto le ossa negli USA, Gino Fasoli ha lavorato per anni, nelle vesti di medico condotto, a Cazzago San Martino (Brescia). Si era messo in pensione nel 2016. Coraggiosamente, l'uomo ha continuato a prendersi cura dei pazienti, sostituendo volontariamente i colleghi più giovani che si ammalavano. Il suo obiettivo era che i pazienti del proprio territorio continuassero ad avere un punto di riferimento che garantisse loro l'opportuna assistenza.

Coronavirus, addio al dottor Gino Fasoli: un luminare in campo medico

Gino Fasoli, nel corso della sua stimata carriera, ha ricoperto il ruolo di direttore sanitario presso il pronto soccorso di Bornato, in provincia di Brescia. Il luminare poteva vantare anche una carriera all'estero nelle vesti di medico senza frontiere in Africa. Proprio qui, il dottor Fasoli era stato rapito da tribù locali, al fine di prestare assistenza nei confronti di alcune famiglie indigene, per poi essere rilasciato senza riportare gravi conseguenze. In vita, Gino Fasoli assunse, inoltre, le pregevoli cariche di coordinatore dell'Unione Trasporto ammalati a Lourdes e di presidente Unitalsi di Brescia. Chi lo conosceva, lo descrive come un medico capace, esperto e morigerato.

Molto amato da chi gli stava attorno, riusciva ad accattivarsi le simpatie e la benevolenza di tutti grazie al suo carattere empatico e positivo. Un uomo che ha senz'altro lasciato il segno in provincia di Brescia, dove lavorava. Era un appassionato di montagna.

Negli ultimi tempi, aveva deciso di rientrare dalla pensione per assistere i colleghi più giovani nella lotta contro il coronavirus, divenendo parte integrante della macchina dei soccorsi. Ha cercato di salvare quante più vite umane possibile, ma nonostante la sua esperienza, il suo fisico non ha potuto nulla contro il covid-19.

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