Roberta Motta, residente a Codogno, ha parlato della situazione di lei e dei suoi concittadini alle prese con la minaccia del coronavirus. Ricordiamo come la città si trovi nella cosiddetta "zona rossa". La 52enne, impiegata bancaria, nel corso di un'intervista allo staff di Giallo, ha dichiarato che nonostante il suo status di quarantena, esce tranquillamente per incontrare amici, per organizzare aperitivi e non solo. La donna ha dichiarato: "Ormai si è scatenato il panico totale in Italia. Si dice che nella zona rossa ci sono paesi fantasma, con gli abitanti costretti a stare chiusi in casa e le vie deserte, ma non è assolutamente vero". Roberta ha proseguito: "Noi, a parte l'obbligo di non oltrepassare i confini presidiati dell'esercito, non abbiamo alcun divieto. Anzi, usciamo e chiacchieriamo tra di noi". La signora Motta ha precisato come lei e i suoi concittadini non rinuncerebbero mai ad una vita sociale per paura di un virus influenzale.
Coronavirus, Roberta Motta: "Non rinunciamo alla vita sociale"
Roberta Motta ricorda perfettamente il momento in cui la notizia del contagio è iniziata a circolare presso l'ufficio in cui lavora. La 52enne ha raccontato: "Era venerdì, una mia collega è arrivata al lavoro preoccupata perché aveva sentito che era stato segnalato un caso a Codogno. Da quel momento non si è capito più nulla: arrivavano in continuazione messaggi allarmistici da ogni dove". Nonostante la comprensibile paura, Roberta ha assicurato che Codogno è tutto tranne che una città spettrale: "Non andiamo a lavorare, non possiamo vederci al ristorante o andare a messa, ma non abbiamo il divieto di uscire di casa. Io e mio marito, ad esempio, andiamo a portare fuori il nostro cane e ci incontriamo per strada con altri proprietari di animali".
Certo, le modalità di saluto sono cambiate: niente baci, niente abbracci, niente strette di mano. Tuttavia, Roberta ha assicurato che tutti restano all'aperto a parlare tutto il tempo che ritengono opportuno. Alcuni anziani del luogo hanno addirittura voluto sfidare il coronavirus riunendosi dinanzi a un locale rimasto chiuso. Roberta ha detto che si cerca, nel corso di queste "vacanze forzate" di continuare a vivere, il più possibile, nella normalità.
È risaputo come dopo il primo focolaio a Wuhan, in Cina (dove da alcuni giorni l'epidemia sembra essersi attenuata) il coronavirus si è palesato nel territorio del Lodigiano, in Italia. La situazione in Lombardia è davvero difficile. L'allarme è stato lanciato dopo che un uomo di 38 anni residente proprio a Codogno si era presentato al pronto soccorso con sintomi che lasciavano presagire il contagio da Covid-19. Quando i medici hanno confermato che lui e la moglie incinta avesconsero tratto la malattia, l'intero paese è sprofondato in un status di paura, tanto da degenerare, in alcuni casi, in vera e propria isteria.
Ricordiamo come nella maggior parte dei casi il coronavirus agisce come una normale influenza. Tuttavia, in casi di pazienti più anziani o con pregresse patologie, il quadro clinico può preoccupatamente degenerare in gravi crisi respiratorie e, a volte, anche portare alla morte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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