Un carabiniere e un'impiegata sono finiti agli arresti domiciliari. Altre 20 persone, avvocati, sono indagati. Si conclude così la vicenda di corruzione che ha coinvolto il Consiglio di Stato. Le accuse sono quelle di aver violato l'accesso al sistema informatico del Consiglio di Stato per la rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio in cambio di denaro.
L'indagine è partita dopo alcune denunce sporte dal Consiglio di Stato che aveva segnalato alcuni accessi abusivi al suo sistema informatico: Procura e carabinieri hanno così individuato due dipendenti pubblici, un militare dell'Arma e un'impiegata amministrativa, che acquisivano indebitamente informazioni e documenti e, dietro compenso in denaro, li fornivano ad alcuni studi legali.
Sulla base degli indizi acquisiti, la Procura della Repubblica ha indagato 20 avvocati di varie città italiane che si avvalevano dei "servizi" dei due dipendenti infedeli.
Sei avvocati sono stati sottoposti alla misura cautelare dell'obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. I due dipendenti pubblici, già allontanati dal Consiglio di Stato nei mesi scorsi, si trovano ora agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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