Chiesa, ora le donne vogliono rompere il monopolio maschile

Papa Francesco ha aperto la "questione femminile" e le donne che fanno parte della Chiesa cattolica stanno acquisendo ruoli essenziali nelle istituzioni. Non a tutti, però, basta. Si torna a parlare di diaconato per il gentil sesso

Chiesa, ora le donne vogliono rompere il monopolio maschile

Papa Francesco, in questi quasi sei anni di pontificato, ha aperto alle donne nei ruoli di vertice della Chiesa cattolica. Anche se non a tutti è bastato. Alcuni movimenti femministi hanno persino domandato di più. Sullo sfondo c'è una discussione sul diaconato femminile, che qualche settimana fa è stata rilanciata dal cardinal Ravasi. Il porporato italiano, come si legge pure su questo blog, ha aperto alla possibilità che anche al gentil sesso venga concessa la facoltà di appartenere allo stato clericale. Lo scenario rimane difficile da perseguire, ma i tempi stanno cambiando con velocità e con l'elezione al soglio pontificio di Bergoglio è stata aperta quella che potremmo chiamare la "questione femminile".

Lo stesso ex arcivescovo di Buenos Aires, qualche anno fa, sembrava aver fatto una piccola apertura sul diaconato per le donne. Poi, almeno per lo stato attuale delle cose, non se n'è fatto niente. Vedremo nel futuro prossimo. Il Sinodo sull'Amazzonia che si svolgerà in ottobre dovrebbe disporre sui viri probati per quella parte di mondo. E già questa sarà una piccola rivoluzione: laici di chiara fede deputati, seppur sposati in precedenza, a celebrare i sacramenti dove i sacerdoti non sono in grado di coprire, con tutti i crismi del caso e per via del basso numero di vocazioni, le necessità spiriturali dei territori. Se ne discuterà e poi, magari, si passerà a ragionare sulle donne. Ma quale potrà essere - e anzi qual è già oggi - l'apporto che il genere femminile sta dando alla Chiesa cattolica? Nell'edizione odierna de Il Messaggero, per esempio, si trova la recensione a un libro - interviste di Sabina Calligiani, che di sicuro contribuirà ad alimentare di un dibattito già abbastanza vivo di suo. "La voce delle donne - Pluralità e differenze nel cuore della Chiesa" - questo è il titolo dell'opera - mette in risalto pure il contributo intellettuale femminile alla riflessione dottrinale cattolica. Dovrebbe esserci spazio per analizzare una eventuale rivisitazione al femminile della Bibbia. Questo, forse, è il punto della "questione femminile" destinato a far discutere in maniera più animata, perché rileva in funzione di una eventuale modifica dei testi sacri. Ne avevamo già parlato a tempo debito.

Tornando sul tema del diaconato, è noto come i tradizionalisti giudichino in maniera negativa l'estensione dello stato clericale al genere femminile. La proposta viene percepita come facente parte di quella spinta alla protestantizzazione della Chiesa cattolica che i conservatori avversano da sempre. Quella a cui il papa argentino avrebbe guardato con favore, ospitando una statua di Lutero in e dialogando in maniera troppo aperturista con le altre confessioni religiose.. Nelle varie declinazioni del protestantesimo, le cose funzionano in modo molto diverso: in Inghilterra è possibile rintracciare delle vere e proprie sacerdotesse. Ravasi, dal canto suo, ha in qualche modo anticipato i tempi, organizzando attorno al pontificio consiglio che presiede, quello della Cultura, un consesso di consultivo declinato, in maniera esclusiva, al femminile. Le donne, pur incontrando qualche difficoltà, stanno acquisendo sempre maggiore spazio all'interno della vita delle istituzioni ecclesiastiche.

Qualcuno - specie nel "mondo tradizionale" - cerca di mettere al riparto la Chiesa da una tendenza che viene spesso associata al

femminismo e che potrebbe avvicinare ancora di più alle prassi del mondo il cattolicesimo. Tutto, del resto, ruota attorno a questa dicotomia: andare incontro al mondo oppure prendere le debite distanze.

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