Un mercato in forte crescita, e non soltanto nel campo alimentare. Quello dei prodotti halal, ovvero conformi ai precetti religiosi musulmani, è un settore in continua espansione e ora sempre più aziende italiane sono pronte a lanciarsi nel business dei prodotti in linea con la sharia.
In Europa, infatti, cresce il numero dei fedeli musulmani, che a livello globale rappresentano il 25% della popolazione. Va da sé, quindi, che quello dei prodotti halal non può più essere considerato un settore di nicchia. Si tratta, al contrario, secondo i dati citati da Francesco Borgonovo su La Verità, di un business che in Italia vale ormai dai 3 ai 5 miliardi di dollari e che frutta 2mila miliardi di dollari a livello globale. Il business degli alimenti leciti secondo la legge islamica vale da solo 700 miliardi di dollari. Ma sono molti gli aspetti della vita dei musulmani che devono conformarsi ai dettami della religione. E quindi quello alimentare è solo uno dei tanti settori del mercato halal, che comprende finanza, moda, cosmetici, sanità e turismo.
Quello della modest fashion per gli islamici, ad esempio, rappresenta ormai un vero e proprio trend. Tanto che marchi celebri in tutto il mondo come Dolce e Gabbana o brand low cost come Mango, H&M e Zara, hanno lanciato negli anni scorsi le loro prime collezioni interamente dedicate alle donne musulmane. C'è poi il settore della cosmesi al quale è stato dedicato uno spazio alla scorsa edizione della fiera Cosmoprof Worldwide di Bologna. A Roma, inoltre, il Campidoglio ha promosso un corso di formazione per gli operatori turistici interessati ad accogliere i clienti musulmani. Il Roma Muslim Friendly, questo il nome del progetto, è pensato per alberghi, ristoranti, centri estetici, agenzie di viaggio, conducenti o negozianti che vogliano offrire un servizio halal alla clientela di fede islamica.
Sarebbero già 700 le aziende italiane che dispongono della certificazione fornita dai vari organismi di controllo musulmani – nel nostro Paese ce ne sono almeno due - per classificare i propri prodotti come halal. E tra loro ci sono anche famose aziende alimentari come De Cecco o Vincenzi. Ma, secondo quanto afferma a La Verità la Halal International Authority, ente di certificazione riconosciuto a livello mondiale, “più del 30%” di queste non possiedono certificati accettati a livello internazionale e quindi non possono esportare i propri prodotti. La nostra nazione, al momento, rappresenta per questo uno dei fanalini di coda a livello europeo per "fatturato halal", con "Germania, Francia, Inghilterra, Spagna, Olanda e Belgio" che invece guidano la classifica.
Ma se al momento la "fetta di mercato occupata dall'Italia è pari all'1%”, in molti sono pronti a scommettere sulla crescita di questa percentuale. A livello globale, infatti, il mercato halal cresce con una media del 19% l'anno. Ed è per questo che fa gola a sempre più aziende del Bel Paese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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