Così Roma si è trasformata in una moschea a cielo aperto

A Roma, dopo il “no” della Questura che, ha negato l’utilizzo del Colosseo per la celebrazione dell’Eid Al Adha, centinaia di fedeli hanno animato numerosi gruppi di preghiera all’aperto

Così Roma si è trasformata in una moschea a cielo aperto

Parchi giochi, aree verdi, piazze, cantieri e addirittura parcheggi di scambio di fronte alle stazioni. Ogni luogo è buono per pregare. Così i gruppi confessionali islamici, nel giorno dell’Eid Al Adha (Festa del Sacrifcio di Abramo), hanno trasformato Roma in una moschea a cielo aperto.

Dopo il “no” della Questura che, per ragioni di sicurezza, ha negato l’utilizzo del Colosseo per la celebrazione, centinaia di fedeli hanno così animato numerosi gruppi di preghiera all’aperto. Non solo in Largo Preneste, dove è stata spostata la manifestazione nonostante le proteste dei consiglieri d’opposizione, ma anche in altre zone della Capitale. “Una vera e propria invasione”, secondo Francesco Figliomeni, esponente capitolino di Fratelli d’Italia, che denuncia: “Ho ricevuto foto, video e segnalazioni da cittadini indignati”.

Nella periferia romana di Tor Pignattara, dove insiste la maggior concentrazione di moschee abusive, ad esempio, un centinaio di musulmani si sono dati appuntamento per pregare dentro il cantiere di via Alò Giovannoli. Proprio in quel luogo abbandonato da oltre un decennio, già al centro di una ingarbugliata disputa tra amministrazione e proprietà, si trovano alcuni garage sotterranei illegittimamente adibiti a moschea dove, nel marzo 2016, è stata aggredita verbalmente e minacciata una cronista de Il Tempo. Racconta un residente che vive in via Giovannoli e, per cautela, chiede di rimanere anonimo: “Siamo preoccupati perchè si stanno allargando a macchia d’olio, dopo anni di sopralluoghi e denunce, la moschea abusiva è ancora lì e, ieri, si sono persino messi a pregare all’esterno. Ormai si sentono padroni delle nostre strade”.

Ma le segnalazioni dei cittadini allarmati dagli eventi di preghiera hanno interessato anche altre zone della Capitale (guarda le foto): dalla più centrale Monteverde fino ad arrivare al parcheggio della stazione ferroviaria di Lavinio e alla pineta di Acqua Rossa ad Ostia. “È gravissimo - fa eco il meloniano Fabrizio Santori dalla Pisana - quello che è accaduto ieri mattina in molti quartieri di Roma e della regione Lazio”.

Il tema principale, a pochi giorni di distanza dall’attentato di Barcellona e dall’ultima clip propagandistica in cui lo Stato islamico ha rimesso nel mirino la capitale della cristianità, è ovviamente quello della sicurezza.

Prosegue Santori: “Abbiamo giustamente negato il Colosseo, luogo simbolo della nostra città, ma nonostante la Capitale ospiti la Moschea più grande d’Europa ci ritroviamo tra Roma e provincia luoghi invasi dalla preghiera islamica per la Festa del sacrificio di Abramo. La questione che inquieta è la mancanza di sicurezza, in questo momento di allarme terrorismo, che non può essere garantita pienamente quando queste manifestazioni si moltiplicano su tutto il territorio”.

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