Proteste contro Speranza. E una stazione sciistica apre nonostante i divieti

La Piana di Vigezzo ha detto "no" alla decisione del governo di rinviare la riapertura della stagione sciistica

Proteste contro Speranza. E una stazione sciistica apre nonostante i divieti

La Piana di Vigezzo si è opposta alla decisione del governo di rinviare la riapertura della stagione sciistica e ha deciso di riaprire la stazione per protesta. Questa mattina infatti, la stazione sciistica ossolana ha riaperto gli impianti dicendo no al divieto arrivato nelle scorse ore da Roma. E la decisione di non rispettare il divieto sembra essere piaciuta ai tanti sciatori che stanno continuando ad arrivare per passare la giornata sui campi da sci.

Stazione sciistica riaperta per protesta

Come confermato all’Agi da Luca Mantovani, amministratore delegati della società "Vigezzo & Friends" che gestisce gli impianti: "Siano aperti e sta continuando ad arrivare gente, intorno alle 8 avevamo già portato in quota con la funivia che collega la valle con le piste - e che è un trasporto pubblico locale e quindi può rimanere in ogni caso aperta - almeno un centinaio di persone". La scelta fatta non è solo un segno di protesta, ma anche un modo per dare un segnale. Mantovani ha sottolineato che non ci si può comportare in questo modo. Pur dicendo di capire completamente quanto sia importante tutelare la salute, alla quale ovviamente tengono tutti, quello che non è concepibile è il cambiare idea a meno di ventiquattro ore dalla riapertura. Una beffa insomma per tutti coloro che lavorano e vivono grazie alla stagione invernale. Questa volta il ministro Speranza sembra proprio aver toppato.

Danno economico incalcolabile

Cori di protesta si sono alzati da varie regioni, come Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna. E tutti sembrano essere concordi sul fatto che non sia ammissibile comunicare una decisione di tale importanza poche ore prima. Soprattutto visto che da giorni sembrava ormai certa la riapertura degli impianti sciistici. Un danno economico incalcolabile. Mantovani ha poi continuato spiegando: "Noi siamo una piccola realtà, e nella stagione 2019-2020 abbiamo fatturato circa 400mila euro nella stagione invernale. Quest'anno non arriviamo a 27mila euro. Si parla di ristori, ma per ora noi non abbiamo visto niente". La protesta avrà luogo solo oggi. Da domani infatti anche la stazione ossolana chiuderà per adeguarsi alla decisione presa dal ministro della Salute Roberto Speranza. L’amministratore delegato ha spiegato il passo indietro proprio perché non si vuole andare contro la legge, ma a suo dire era a questo punto necessario dare un segnale forte. E oggi lo hanno sicuramente dato.

La protesta ossolana arriva il giorno dopo in cui vi è stata anche quella ligure di alcuni ristoratori che hanno deciso di tenere aperto per San Valentino, dopo la decisione del governo, anche in quel caso arrivata solo venerdì sera, di rimettere la regione in zona arancione.

A Livigno si scia con gli impianti chiusi

Non si sono fatti scoraggiare alcuni sciatori che si sono dati appuntamento a Livigno nonostante la chiusura degli impianti di risalita.

In un video del Corriere si vedono persone che, invece di usare la seggiovia, ovviamente ferma, per salire sono ricorse alle auto e ai bus. Tra loro anche un maestro di sci stanco di rimanere sdraiato sul divano ad aspettare i tanto promessi ristori che ancora ha assicurato non sono arrivati.

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