Parla l'infermiera di Lugo: "Errore le foto col cadavere, ma non sono un’assassina"

Sono 87 i decessi su cui sempre esserci la mano dell'ex infermiera soprannominata "l'angelo della morte". Per i pm "ha ingovernabili pulsioni criminali"

Parla l'infermiera di Lugo: "Errore le foto col cadavere, ma non sono un’assassina"

È stata rinominata "L'angelo della morte" e, se venisse confermato il tragico numero 87 vittime, Daniela Poggiali, l'ex infermiera dell'Umberto I di Lugo di Romagna diventerebbe l'infermiera serial killer con più vittime della storia, togliendo il primato all'americano Charles Culle, che in 16 anni di carriera ha avvelenato 40 pazienti in New Jersey e Pennsylvania. E paradossalmente, secondo il ritratto che ne fanno i pm, sarebbe contenta di questo "record".

L’ex infermiera è in prigione a Forlì dall'8 ottobre scorso accusata della morte in corsia di Rosa Calderoni l'8 aprile 2014. E ieri il tribunale del riesame ha respinto l'appello contro l'ordinanza del giudice per le indagini preliminari che rifiutava, a sua volta, la richiesta di revoca o sostituzione della custodia cautelare in carcere presentata dalla difesa della Poggiali. La motivazione alla base del rigetto è stata chiarita dal procuratore della Repubblica Alessandro Mancini, che la definisce "una pietra miliare per questa indagine che volge a conclusione e che, per quanto ci riguarda, consisterà nella richiesta di giudizio immediato nei confronti della Poggiali per omicidio pluriaggravato e peculato".

L'ordinanza del tribunale del riesame, a firma dello stesso presidente, parte appunto dai dati: su 191 decessi avvenuti nel periodo preso in considerazione, 139 sono avvenuti nel settore in cui in quel momento stava lavorando la Poggiali, un numero che equivale a 2 volte e mezzo quello degli altri reparti , con un numero di morti di troppo che può essere stimato in 87. Un eccesso di mortalità, mentre l'indagata era in servizio, che nell'ultimo semestre viene definito "esplosivo". Infatti, dopo l’arresto della donna si è stata registrata una significativa riduzione dei decessi. "Si è al cospetto di risultati che è eufemistico definire agghiaccianti, risultati che pur non consentendo di individuare le vittime diverse dalla Calderoni, in effetti depongono nel senso di una diuturna e sistematica opera di eliminazione dei ricoverati da parte dell'odierna appellante" recita l’ordinanza.

La Poggiali, che in ospedale "ha dato fondo alle sue ingovernabili pulsioni criminali", non uccide per pietas nei confronti delle sofferenza

dei pazienti: secondo il tribunale del riesame, una tale spiegazione è contraddetta in particolare dalle due fotografie che l'ex infermiera si fece scattare, con atteggiamento di vittoria, accanto al cadavere di una donna.

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