Stop alla possibilità di vendere farmaci di fascia C anche fuori dalle farmacie. La Camera ha infatti respinto un emendamento al ddl Concorrenza (articolo 32) di Sel che apriva alla liberalizzazione dei farmaci consentendone la vendita anche nelle parafarmacie e nei corner dei supermercati. Una decisione "assurda ma perfettamente motivabile", secondo il Movimento 5 Stelle, che accusa "le pressioni e connivenze tra la potente lobby del farmaco". Inoltre, nello stesso ddl è prevista la possibilità per società di capitali di acquistare farmacie: "La conseguenza - attacca l’M5S - sarà un mercato dal regime concorrenziale totalmente squilibrato e a rischio di cannibalizzazione. Questa sera c’è chi brinderà a un’operazione che fa solo il bene di alcuni, ma non dei farmacisti nel loro complesso e dei cittadini".
"Il no alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C è un decisione presa contro i cittadini. Se la liberalizzazione del mercato farmaceutico avesse interessato anche la vendita di farmaci di fascia C - medicinali su ricetta, ma a totale carico di chi li acquista, per una spesa annua di 4,3 miliardi di euro -, Conad stima che i cittadini avrebbero risparmiato dai 500 agli 800 milioni di euro all’anno, in un comparto che su base Italia pesa il 30 per cento in più rispetto ai farmaci di automedicazione già liberalizzati", sottolinea la Conad in una nota.
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