Ddl Zan, salvateci almeno da Topolino Lgbt

La battaglia sul ddl Zan forse è già persa. Ormai viviamo sotto un martellamento continuo

Ddl Zan, salvateci almeno da Topolino Lgbt

Va bene, capisco. A quasi 30 anni compiuti uno potrebbe risolvere la questione disdicendo l’abbonamento a Topolino e mettendosi a guardare serie Netflix. Sempre che ne trovi una non omosessualmente corretta. Però in questi tempi (bui) di ddl Zan vale la pena sfruttare ogni singolo episodio per raccontare la martellante, quanto ormai insopportabile, campagna per i “diritti Lgbtxyz+”.

Il mondo Disney è cambiato. Anche gli appassionati se ne saranno fatti una ragione. In principio fu Topolino coi pantaloni e la maglietta al posto dei calzoncini rossi. Poi Paperino che non si arrabbia praticamente mai e vede sfumare la sua proverbiale sfortuna. E Zio Paperone non più così avaro e acido. Dalle principessine sul pisello che attendevano il cavaliere azzurro, vedi Cenerentola, si è passati alle “ribelli” solitarie che a vederle maritate a fine film pare un mezzo insulto. Qualcuno s’è inventato pure la storiella secondo cui il bacio del salvatore alla Bella addormentata nel bosco sarebbe se non uno stupro quantomeno un abuso sessuale in assenza di consenso. Roba da manicomio.

L’ultima frontiera è il sostegno alla causa Lgbt. L’anno scorso fece discutere la docuserie “Pride” su Disney+: e va bene così, fattacci loro. Ultimamente alcuni si sono sperticati nel considerare “Luca”, l’ultimo cartone con l’Italia protagonista, un simbolo dell’amore gay per via di quei due bambini così vicini vicini. Sono solo amici o qualcosina di più? Infine nel “mese del pride” 2021 pure i negozi Disney si sono adeguati alla moda arcobaleno: magliette da love is love, zainetti multicolor e il pupazzo di Topolino con pantaloncini e scarpe Lgbt.

Dico io, va tutto bene. Aziende private fanno come meglio credono. Però cribbio, ma proprio tutto tutto deve diventare motivo di battaglie politicamente corrette? La domanda apparirà inutile: non possono almeno i personaggi inventati essere terreno franco in cui Paperone s’arricchisce, Paperino sbraita, Topolino indaga, Paperoga provoca disastri, e basta? Se vestiamo arcobaleno anche Macchia Nera alla fine tutto crolla: trasformando storie leggere in strumenti di battaglia ideologica (perché questo è, nella pratica, il Pride), alla fine si rischia di distruggere un sogno. Il sogno. Ovvero la leggerezza dell’essere fumetto: vicende immaginarie e basta, con qualche messaggio di fondo. Ma senza ideologie. Altrimenti dove andremo a finire? Prima o poi qualcuno si infurierà perché alla fattoria di Nonna Papera ci sono animali gestiti da altri animali, roba di una discriminazione assoluta. Oppure per il fatto che Topolino ha un cane per animale di compagnia e uno come migliore amico. Che poi forse ci siamo già arrivati: lo dimostrano i bollini rossi che Disney appiccica sui classici (Peter Pan, Aristogatti, Dumbo) con “rappresentazioni culturali superate”. Il prossimo passo sarà mettere all’indice i contenuti non abbastanza in linea con la cultura “inclusiva” del Pride.

E così, dopo settimane di discussioni e ragionamenti sul ddl Zan, viene da chiedersi: ma davvero serve opporsi alla giornata contro l’omotransfobia a scuola prevista dal testo in discussione al Senato? Se poi fuori dalle aule ogni occasione è buona, per aziende ed influencer a caccia di facile marketing, salire sul carrozzone del politicamente corretto radical chic (vedi Fedez e Ferragni), allora ogni battaglia appare persa in partenza. Siamo già minoranza. Come si può rivendicare “autonomia educativa” dei genitori in mezzo a un simile martellamento? Alla fine succederà, anzi già succede, che un senatore della Repubblica (spoiler: Alessandro Zan) può dire in diretta Instagram che “ci sono dei bambini che percepiscono il proprio genere diverso dal sesso biologico” e dunque “vanno aiutati in un percorso di transizione”.

E nessuno (nessuno!) alza il ditino per dire che forse cambiare attributi ad un minorenne è un tantino precoce. Non vi pare? Se l’avete pensato, verrete additati come dei bruti. Compratevi un Topolino Lgbt, che vi pulisce la coscienza.

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