Nessuna revisione per il processo ad Alberto Stasi, condannato a 16 anni di carcere per l'uccisione di Chiara Poggi. La prima sezione penale della Cassazione, dopo una camera di consiglio svolta oggi, ha rigettato il ricorso di Stasi contro la decisione del 2 ottobre scorso della Corte d'appello di Brescia. Per i giudici della Corte d'appello, infatti, la richiesta di revisione da parte della difesa di Alberto Stasi non poteva essere considerata ammissibile.
La richiesta di revisione nasce sula base di nuovi elementi presentati dal pool difensivo di Alberto Stasi, che hanno presentato ai giudici indizi che non erano stati valutati nelle altre sedi processuali. In particolare, i legali del fidanzato di Chiara Poggi hanno prodotto delle impronte su un dispenser di sapone, dei capelli sul lavandino, e alcune circostanze relative a una testimonianza che non erano mai state oggetto di indagine. Tuttavia, la Corte d'appello di Brescia non ha ammesso gli elementi presentati dai legali, perché non li ha ritenuti validi come nuove prove sulle quali riaprire il dibattimento. Su quelli elementi, infatti, per i giudici non c'erano motivi per una revisione che riaprisse il processo, perché quanto prodotto dai legali non è incidente in maniera significativa sugli elementi indiziari posti alla base della sentenza di condanna, divenuta definitiva nel dicembre 2015.
Ora è necessario attendere che venga depositata la sentenza per sapere i motivi che hanno spinto la prima sezione penale della Cassazione a rigettare il ricorso di Stasi contro la decisione della Corte d'Appello. Solitamente la sentenza viene depositata entro 30 giorni. Alberto Stasi era stato assolto nei primi due gradi di giudizio condotti col rito abbreviato. Dopo l'annullamento con rinvio della Cassazione del 2013 era stato condannato in appello-bis con conferma della sentenza in Cassazione. A oggi si trova ancora detenuto nel carcere di Milano Bollate. "I numerosi tentativi di ribaltare l'esito del processo effettuati in questi anni non hanno avuto effetto: la decisione della Cassazione conferma ancora una volta la responsabilità di Stasi al di là di ogni ragionevole dubbio", hanno dichiarato gli avvocati della famiglia di Chiara Poggi.Il 13 agosto saranno 14 anni che Chiara Poggi è stata uccisa all'interno della villetta dei suoi genitori a Garlasco. Era il 2007 quando, in circostanze ignote, la giovane impiegata di 26 anni è stata barbaramente uccisa con un colpo alla testa da un oggetto mai identificato, probabilmente un martello. Non furono mai trovati segni di effrazione all'interno della villetta di Garlasco, circostanza che ha spinto gli inquirenti a ipotizzare che la ragazza abbia aperto al suo assassino, perché a lei noto.
A dare l'allarme fu proprio Alberto Stasi, che dichiarò di aver rinvenuto il cadavere della sua fidanzata. Immediato l'accentramento dei sospetti sul fidanzato da parte degli investigatori. Fu arrestato il 24 settembre del 2007 e scarcerato quattro giorni dopo per insufficienza di prove.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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