Il vicino di casa le scriveva usando la chat di Instagram. Inizialmente si sarebbe trattato di messaggi innocui, poi i toni sarebbero diventati sempre più pesanti, fino alla richiesta di sesso in cambio di denaro. Per questo, un 31enne è stato denunciato dalla 14enne che riceveva i suoi messaggi.
Secondo quanto riferisce La Nazione, ad adescare la ragazzina sarebbe stato il suo vicino di casa. Ma ora, anche dopo la denuncia, la 14enne rischia di incontrarlo ogni giorno, dato che all'uomo non è stata applicata nessuna misura cautelare. Lui avrebbe tentato l'approccio servendosi di Instagram, il social che permette l'iscrizione anche ai ragazzini di 13 anni. Lei sapeva che, all'altro capo del telefono, c'era il vicino di casa e, probabilmente per questo, inizialmente avrebbe risposto ai suoi messaggi. Poi, le parole dell'uomo sarebbero diventate sempre più audaci ed insistenti eavrebbero virato verso un preciso argomento: il vicino, consapevole di rivolgersi a una ragazzina, le avrebbe chiesto di fare sesso in cambio di soldi.
Una volta capite le vere intenzioni dell'uomo, la 14enne avrebbe raccontato tutto ai genitori, che hanno contattato la polizia e denunciato l'adescatore. Da lì è partita l'inchiesta, che vede al centro le azioni del 31enne, a cui è stato contestato il reato di adescamento. La Nazione sottolinea che alcune settimane fa, gli agenti della polizia postale hanno effettuato una perquisizione, per cercare prove delle chat che si sarebbe scambiato con la ragazzina ed eventuali altri tentativi di adescamenti.
Intanto, però, l'uomo è libero e può entrare e uscire indisturbato dal suo palazzo, che condivide con la giovanissima vittima. Ma, in questo caso, imagistrati hanno le mani legati. Infatti, la nostra legislatura non consente l'applicazione all'indagato di misure cautelari di nessun genere, nel caso in cui il reato contestato non preveda una pena massima superiore ai tre anni. E il reato di adescamento, regolato dall'articolo 609-undecies del codice penale, stabilisce che chiunque cerchi di "carpire la fiducia del minore attraverso artifici, lusinghe o minacce posti in essere anche mediante l’utilizzo della rete internet o di altre reti o mezzi di comunicazione", con lo scopo di commettere reati, può essere punito "con la reclusione da uno a tre anni".
Quindi, la pena massima prevista non è superiore ai tre anni e l'indagato non può essere sottoposto alla misura cautelare.Così, il presunto adescatore è ancora lì, nello stesso palazzo della giovane vittima, che rischia di incontrarlo tutti i giorni, senza che i magistrati possano agire per tutelarla.
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