Il processo relativo ai depistaggi sul caso Stefano Cucchi inizia con un colpo di scena: il giudice Federico Bonagalvagno ha annunciato di astenersi spiegando di essere un ex carabiniere attualmente in congedo. Nell'esporre le giustificazioni ha citato sia i suoi rapporti personali con alcuni alti ufficiali, tra cui l'ex comandante generale dell'Arma dei carabinieri Tullio Del Sette, sia il fatto di aver partecipato a una serie di eventi sempre alla presenza del generale. Bonagalvagno ha esplicitato inoltre che, trattandosi di un processo mediatico, un clima di "sospetto" avrebbe potuto influire sul sereno svolgimento del dibattimento. La richiesta di astensione era stata presentata dal legale della famiglia Cucchi e dalle altre parti civili. Il nuovo giudice monocratico nominato è Giulia Cavallone. Il Ministero della Giustizia ha presentato istanza di costituzione di parte civile. L'udienza ora è stata aggiornata al prossimo 16 dicembre.
Di Bernardo assente
Gli otto carabinieri sono accusati a vario titolo e a seconda delle posizioni di falso, favoreggiamento, omessa denuncia e calunnia. Si tratta del generale Alessandro Casarsa, all'epoca dei fatti comandante del Gruppo Roma, e altre sette carabinieri, tra cui Lorenzo Sabatino, allora comandante del reparto operativo dei carabinieri di Roma, Francesco Cavallo, all'epoca dei fatti tenente colonnello e capo ufficio del comando del Gruppo Roma, Luciano Soligo, allora maggiore dell’Arma e comandante della compagnia Roma Montesacro, Massimiliano Colombo Labriola, all'epoca dei fatti comandante della stazione di Tor Sapienza, Francesco Di Sano, all'epoca in servizio alla stazione di Tor Sapienza, Tiziano Testarmata, comandante della quarta sezione del nucleo investigativo dei Carabinieri, e il carabiniere Luca De Cianni, accusato di falso e di calunnia.
L'avvocato Antonella De Benedictis ha fatto sapere alla corte d'assise: "Alessio Di Bernardo non è oggi presente in aula, è gravemente malato da un anno e mezzo ed è sotto cura". Il difensore di uno dei carabinieri accusati di omicidio preterintenzionale ha precisato: "In questo processo il mio assistito avrebbe voluto metterci la faccia e anche la voce. Ma non è stato possibile. Mi ha chiesto di chiarire questa situazione per evitare ogni strumentalizzazione: è affetto da un grave tumore che lo ha molto debilitato fisicamente e moralmente". Per il militare il pm Giovanni Musarò ha chiesto una condanna a 18 anni di reclusione.
De Benedictis ha aggiunto: "La morte di Stefano Cucchi è stata una perdita grave e ingiusta per la famiglia. Ma in questo processo si sta facendo una caccia alle streghe perché si deve trovare il colpevole di una morte ingiusta, non di un omicidio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.