Un generale, tre colonnelli, un capitano e tre militari dell'Arma dei Carabinieri sono accusati di falso, favoreggiamento e calunnia per aver modificato i verbali sulla morte di Stefano Cucchi.
E ora, tutti e otto, sono imputati e dovranno rispondere in un aula di Tribunale delle accuse contestate loro dal procuratore di Roma Giuseppe Pignatone e dal sostituto Giovanni Musarò. Gli uomini della Benemerita avrebbero organizzato il depistaggio nelle indagini sullo spinoso caso del giovane morto mentre era detenuto all’ospedale Sandro Pertini, nella capitale, il 22 ottobre 2009.
La richiesta di rinvio a giudizio è stata notificata dopo che circa un mese fa era stato inviato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, come ricordato dal Corriere della Sera.
Il generale Alessandro Casarsa è accusato di falso insieme ai colonnelli Francesco Cavallo, Luciano Soligo, al luogotenente Massimiliano Colombo Labriola e al carabiniere Francesco Di Sano per aver modificato la relazione che quest'ultimo militare fece subito dopo la morte di Cucchi.
Il colonnello Lorenzo Sabatino e il capotano Tiziano Testarmata, invece, sono imputati di omessa denuncia perché quando scoprirono le doppie versioni delle relazioni le trasmisero all'autorità giudiziaria senza segnalare che una delle due fosse per forza di cose farlocca.
Infine il carabiniere Luca De Cianni è imputato di falso e calunnia perché con
una relazione di servizio ha cercato di screditare il collega Riccardo Casamassima che grazie alle sue rivelazioni aveva fatto riaprire, nel 2015, le indagini sul caso Cucchi. Sul quale, finalmente, è stata fatta chiarezza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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