"Nessuno ha minacciato di morte nessuno". Gli ultras raccontano sul sito forzanocerina.it la loro versione su quanto accaduto ieri in occasione del derby con la Salernitana. "Non parliamo né a nome degli ultras né a nome della curda Sud, ma a nome della città, perché è la nostra città ad essere stata discriminata dal divieto di recarsi allo stadio Arechi ed ora è il nome dei nocerini che viene additato come violento, teppista, terrorista e mafioso". Gli ultras spiegano che "noi all’esterno del San Severino Park Hotel (la sede del ritiro della squadra, ndr) c’eravamo e non abbiamo minacciato nessun tesserato. È stato semplicemente chiesto al mister e alla squadra un gesto eclatante, che facesse parlare l’Italia intera e che scuotesse il sistema. Un gesto che desse voce all’ingiustizia subita dai tifosi a cui preventivamente e senza alcuna prova d’appello è stata negata la trasferta". Quella messa in atto, insomma, sarebbe una "protesta civile: visto che se avessimo voluto essere davvero violenti ci saremmo recati a Salerno malgrado il divieto". Intanto sono una trentina gli ultrà della Nocerina, tra quelli partecipanti al raid di ieri nel ritiro della squadra, identificati attraverso i filmati in possesso della questura di Salerno. La questura ha comunicato di aver emesso venti provvedimenti Daspo (Divieto di assistere a manifestazioni sportive) nei confronti di altrettanti tifosi della Nocerina.
"I calciatori della Nocerina hanno subito "una odiosa e scellerata violenza privata e sono stati influenzati da forti intimidazioni a non scendere in campo", ha dichiarato il questore di Salerno, Antonio De Iesu, aggiungendo che "gli ultrà battevano con i pugni sulle fiancate del bus rossonero".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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