L'Aquila si è fermata. A dieci anni esatti dal sisma del 2009, la città ha voluto ricordare quelle 309 vittime che hanno perso la vita in quel terremoto. C'è chi ha perso una figlia, chi il marito, chi un nipotino. Storie di dolore che lasciano il segno e che si intrecciano nella ricostruzione di questi ultimi dieci anni che è andata avanti non con poche difficoltà. Per le strade del capuoluogo abruzzese sfila quella comunità che si ritrova dopo due lustri in quella città che pian piano prova (timidamente) a toccare nuovamente con mano la luce della vita quotidiana, dopo il buio di quella scossa che ha portato via tutto. Un serpentone umano per le strade de L'Aquila con in mano foto e striscioni che ricordano chi quella notte non è riuscito a salvarsi dalla furia assurda della natura che con un terremoto ha spazzato via intere famiglia.
Tra i presenti a L'Aquila anche il premier Giuseppe Conte che ha annunciato alcuni provvedimenti per i terremotati nel dl Crescita. Questa notte alle 3.32 i rintocchi delle campane. Poi la lettura dei nomi delle vittime. L'Aquila non ha ancora dimenticato quell'obitorio allestito nella caserma della Guardia di Finanza che ha accolto i corpi delle vittime e il dolore indicibile dei loro familiari. Troppo forte quella ferita per essere dimenticata in soli dieci anni. A L'Aquila c'è ancora tanto da fare soprattutto nell'edilizia pubblica.
Diversi immobili devono ancora essere ristrutturati. C'è chi a Onna ad esempio ha voluto lasciare in una parte del Paese le macerie come memoria di quello che è stato. Un gesto per non dimenticare chi ha perso tutto in una notte di aprile mentre dormiva nel suo letto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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