Quel diritto al lavoro negato. Stefani: "I soldi del reddito 5S ai caregiver"

L'allarme dell'Aism: "Tutti meritano dignità e rispetto". Per il ministro Erika Stefani: "Tema per molti anni relegato ai margini dell'attenzione politica"

Quel diritto al lavoro negato. Stefani: "I soldi del reddito 5S ai caregiver"

In vista dell'1 maggio, festa dei lavoratori, uno degli obiettivi è quello di portare all'attenzione le voragini ancora presenti nel mondo del lavoro per le persone con disabilità.

Il ministro per le disabilità, Erika Stefani, è intervenuta con un video su Facebook con il quale sottolinea le continue lotte contro uno Stato che alza barriere architettoniche e non favorisce l'adattamento del sistema alla disabilità. "Il lavoro per le persone con disabilità è dignità e rispetto", afferma Stefani. Nel suo discorso espone di aver fatto un punto della situazione con gli enti per raccogliere testimonianze e sviluppi riguardo la situazione incresciosa.

Le difficoltà e le soluzioni politiche

Dopo aver aperto una consultazione pubblica lo scorso ottobre, il ministro ha affermato che l'attenzione si è focalizzata "sull'accessibilità, sulla mobilità, sul progetto di vita, sulla formazione, dall'inclusione lavorativa alla socialità". Al fine della consultazione sono state redatte delle linee guida "che prevedono un tutor (o case manager) proprio per l'inserimento lavorativo delle persone con disabilità - e procede - Una figura che non abbia competenze solo in ambito scientifico ma anche sociosanitarie, pedagogiche, giuridiche ed economiche per accompagnarle nel mondo del lavoro".

Un'altra manovra annunciata dalla senatrice è incentrata sul controllo della disoccupazione prolungata per più di due anni della persona con disabilità, in modo da poter capire quali sono i reali motivi della mancanza di lavoro. "Prendiamo i fondi necessari dalla riorganizzazione del #redditodicittadinanza, eliminando quindi gli abusi dei furbetti e destinando il ricavato alle persone con #disabilità", scrive poi il ministro sulla sua pagina social.

La denuncia dell'Aism

Il comunicato stampa di Aism (Associazione italiana sclerosi multipla) del 28 aprile, espone i dati relativi alle difficoltà e alle discriminazioni subite dalle persone con disabilità quando si parla di accesso e mantenimento del lavoro in Italia. Particolare il focus su donne e giovani. I dati sono aggiornati ogni anno nel Barometro della sclerosi multipla pubblicato da Aism.

Secondo l'associazione:"Una persona con sclerosi multipla su 2 (oltre il 50%) non ha mai trovato il lavoro per cui era qualificato a causa delle implicazioni della malattia e dell’inadeguatezza del contesto lavorativo". Come si legge dal comunicato, ad aggravare la situazione già vacillante è stato l'arrivo della pandemia:"Un giovane lavoratore con sclerosi multipla su 4 dichiara di aver perso il proprio lavoro a causa del contesto prodotto dal Covid-19. Inoltre, il rischio aggiuntivo dell’infezione avrebbe, per il 14% dei lavoratori, provocato l’interruzione del rapporto di lavoro (Barometro Aism 2021)".

Dall'altra parte la buona notizia è arrivata attraverso l'accesso allo smartworking che"ha permesso a quasi 3 occupati con sclerosi multipla su 4 (74,3%) di accedere a un diritto fondamentale". Entusiasmo smorzato, però dai dati deludenti: "In media, chi ha trovato un inserimento ha un’età superiore ai 50 anni e un’invalidità abbastanza ridotta (66%, Istat)".

L'occupazione delle donne con disabilità

Come spesso accade nei vari ambiti, anche in quello della disabilità le donne hanno più difficoltà degli uomini a integrarsi.

Secondo quanto appare "l’occupazione di donne con disabilità sarebbe pari appena al 41%, meno della metà, mentre per gli uomini la percentuale sale al 58%. I giovani under 29, la fascia più preoccupante: gli occupati sono meno del 5%".

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