Discariche e favelas. I roghi dei rifiuti avvelenano Scampia

La mega baraccopoli di via Cupa Perillo ha dimezzato il valore degli immobili. I continui incendi di materiali tossici mettono a rischio la salute dei residenti

Discariche e favelas. I roghi dei rifiuti avvelenano Scampia

A pochi passi dall'inferno del campo rom di via Cupa Perillo, a Scampia, migliaia di famiglie vivono maledicendo le loro giornate. Stesso disagio anche a Ponticelli e a Pianura, quartieri ostaggio dei nomadi. Qui si vive tra discariche a cielo aperto, roghi di rifiuti e problemi di sicurezza. Gli abitanti vorrebbero scappare, vendere casa e comprare altrove ma non possono permetterselo. Perché? Quelle case acquistate al prezzo di mille sacrifici oggi valgono la metà. E lo stesso discorso vale per quelle da affittare. Cerca di cambiare qualcosa Angelo Pisani, presidente di Scampia. «C'è il rischio di contrarre gravi malattie, i cittadini sono costretti a tenere le finestre sempre chiuse. Anche le scuole». Solo venerdì scorso l'Ottava municipalità ha ottenuto dalla Procura l'abbattimento di una parte delle centinaia di baracche in muratura - ce ne sono anche di 70 metri quadrati - abitate da oltre 2mila nomadi.

Le tabelle del mercato immobiliare sono spietate: una casa che in via Cupa Perillo costa mille euro a metro quadrato in realtà ne vale il 50 per cento in meno. Lo dicono i dati del primo semestre del 2014; nel secondo andrà peggio, la svalutazione sarà di un ulteriore 10 per cento. Luca Rosso di «Remax immobiliari uniti» ritiene che «se si vuole vendere una casa che si trova vicino ad un campo rom, bisogna incoraggiare i possibili acquirenti scontando il prezzo del 40–50 per cento». Il trend è identico nei cinque quartieri di Napoli dove sono impiantati dieci campi rom: Scampia, Poggioreale, Pianura, San Giovanni a Teduccio, Ponticelli. E la gente è stremata. In queste zone le tensioni sono alte, un muro contro muro. Altro che integrazione. È agguerrita Chiara Giordano: «È assurdo che da 20 anni i rom occupino con le loro baracche lo svincolo di Cupa Perillo. Non sono razzista, vorrei l'integrazione ma qui si respira diossina giorno e notte (a causa dei roghi di copertoni e di altri rifiuti speciali, ndr)». La mia casa valeva 280mila euro, oggi soltanto 120mila». Non si dà pace Mimmo De Rienzo: «Nel 2014, nel mio palazzo, sono morte per tumore cinque persone su 30 famiglie».

Un'aria diversa si respira nei quartieri «alti» della città: la collina del Vomero e a Posillipo, la Napoli in cartolina. Qui il mattone non conosce crisi, negli ultimi anni i prezzi sono restati praticamente immutati. Un metro quadrato a via Scarlatti o a Piazza Vanvitelli costa intorno ai 5.250 euro, che possono anche lievitare a seconda del tipo di edificio, se storico o moderno. L'invasione di lavavetri stranieri non incide sul metro quadrato. A Posillipo va anche meglio. Nelle strade dei sogni, Via Petrarca o via Pacuvio o via del Parco Margherita, a Chiaia, un appartamento di 100 metri quadrati costa tra i 700mila e i 900mila euro. Nel centro storico un metro quadrato vale 4.850 euro: siamo in via Toledo, piazza Bovio, piazza Municipio. Dalle balconate e dagli attici si vedono il mare e le navi da crociera. Le nuvole di fumo nero che si alzano dai campi rom sono lontanissime.

Devastante invece la vita quotidiana per chi vive a San Giovanni a Teduccio e Poggioreale: le case qui valgono 525 euro al metro quadrato, prezzo già «scontato» dai roghi dei rom. Ma il dramma della casa a Napoli coinvolge anche i senzatetto e le occupazioni abusive. Un appartamento invaso illegalmente si svaluta intorno al 40 per cento. L'Iacp possiede 30.617 immobili (16.520 a Napoli, 14.097 in provincia) ma le assegnazioni spettano ai Comuni. Ben 1.391 di queste case o locali (669 a Napoli, altre 722 in provincia) sono occupate abusivamente. Più alto è il dato che riguarda gli occupanti abusivi in attesa di sanatoria: complessivamente sono 5.424. «Abbiamo bloccato le occupazioni impedendo gli allacci di luce, acqua e gas» spiega Carlo Lamura, commissario Iacp. Va persino peggio con le case di Palazzo San Giacomo gestite da «Napoli Servizi» (partecipata del Comune): sono 63.500, di cui oltre 2mila occupati da abusivi ed altri 10mila da cittadini in attesa di voltura o sanatoria. Fino a qualche anno fa entravano nelle casse comunali 42 milioni (gestione Romeo), oggi molto meno.

Paradossale che vi siano circa 430 case sfitte: l'Iacp ne ha 16, più quattro edifici nuovi di zecca a Ponticelli (210 case). E altri tre edifici del Comune (circa 200 case) sono pronti da due anni a Scampia. Perché il Comune non aggiorna le graduatorie? Intanto nelle case hanno trovato un tetto sicuro i centri sociali.

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