Ebola, atterrato a Roma il medico di Emergency contagiato

L'atterraggio a Pratica di Mare, poi il trasferimento allo Spallanzani

L'Aeronautica Militare trasporta un paziente affetto da Ebola
L'Aeronautica Militare trasporta un paziente affetto da Ebola

L'ebola colpisce anche l’Italia. Il primo italiano contagiato è un medico di Emergency impegnato nella gestione dell’epidemia in Sierra Leone. L’uomo, risultato positivo al virus, è rientrato questa mattina con un Boeing 767 dell’Aeronautica Militare opportunamente modificato ed è stato subito ricoverato all’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma, uno dei due centri nazionali di riferimento per Ebola insieme all’ospedale Sacco di Milano.

Il Boeing KC 767 con il medico a bordo è atterrato all’aeroporto militare di Pratica di Mare poco dopo le sei del mattino. Il velivolo è configurato appositamente per questo tipo di trasporti sanitari di emergenza. È, infatti, dotato di una barella chiusa denominata aircraft transit isolators (Ati) che garantisce il trasporto in sicurezza di pazienti colpiti da malattie infettive altamente contagiose e diffusibili, tra le quali ad esempio le febbri emorragiche, la sars, il colera e, appunto, l’ebola. A bordo del velivolo anche una Unità di isolamento aeromedico, cioè un team della stessa Aeronautica composto da un team di venticinque persone tra ufficiali medici e infermieri addestrati a ogni tipo di trasporto in condizioni di bio-contenimento. Sulla pista dell’aeroporto era presente anche un'ambulanza specificamente attrezzata che ha trasportato il paziente allo Spallanzani dove è stato ricoverato in una stanza di isolamento. "Tutta l’operazione si è svolta come pianificato e secondo le procedure per le quali siamo addestrati ad operare", ha dichiarato il colonnello Roberto Biselli, capo del team di bio contenimento dell’Aeronautica militare. "In ogni momento - ha, poi, assicurato Biselli - è stato possibile assistere, in condizioni di massima sicurezza, il paziente che è risultato tranquillo lungo la rotta".

Le condizioni del medico sono buone. "Mi sento di rassicurare la famiglia - ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin - che il nostro medico sta bene, non ha avuto febbre o altri sintomi durante la notte, stamattina ha fatto colazione e continua a bere in maniera autonoma, esprimo la mia vicinanza a lui e alla famiglia e assicuro che il governo italiano tutto è al fianco del nostro connazionale".

La macchina dell’emergenza è subito partita: la Lorenzin, d’intesa con il presidente del Consiglio, i ministri della Difesa, Affari Esteri e Interno, ha infatti dato disposizioni immediate per organizzare il trasferimento e il trattamento del medico italiano con trasporto ad alto biocontenimento, e sono state predisposte "tutte le misure per garantire il trasporto e il ricovero del paziente in massima sicurezza e iniziare tempestivamente il trattamento clinico".

L'ospedale romano ha poi aggiunto in conferenza stampa che il medico viene curato con un farmaco sperimentale non ancora registrato in Italia.

Da parte sua, Emergency ha assicurato che tutto lo staff del centro in Sierra Leone ha seguito una formazione specifica sui protocolli di protezione per evitare il contagio e la diffusione del virus.

"Tuttavia - ha precisato la ong - nessun intervento sanitario in un’epidemia così grave può essere considerato completamente privo di rischi". Soprattutto se si considera che in Sierra Leone la situazione è drammatica e l’epidemia continua a espandersi con oltre 100 nuovi casi al giorno.

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