Eurospin ha fatto marcia indietro. Stefania Grotta D'Auria, la cassiera di 45 anni affetta da sclerosi multipla e con un figlio piccolo licenziata dopo aver superato i sei mesi di congedo per malattia, potrà tornare a lavoro.
Questa mattina, come riferiscono i sindacati, la catena di discount ha contattato Giovanni Dalò, della segreteria nazionale di Filcams Cgil, per fissare un incontro con la donna e comunicare ufficialmente la revoca del suo licenziamento.
"Abbiamo contattato la Sig.ra Stefania fissando un incontro per annullare il licenziamento che era partito al raggiungimento dei termini di legge. Non avendo ricevuto alcuna richiesta di aspettativa, non abbiamo approfondito la sua situazione. Di questo ci scusiamo", ha fatto sapere l'azienda.
Ma la battaglia sindacale andrà avanti fino al raggiungimento di atti concreti. “Attendiamo l'incontro di ufficializzazione e fino ad allora continueremo la nostra mobilitazione", ha dichiarato Massimiliano Fabozzi della Filcams-Cgil.
Il dietrofront dell’azienda è arrivato dopo che il caso, segnalato il 4 luglio dalla Cgil e denunciato da Repubblica, aveva sollevato un coro di critiche.
La lettera di licenziamento da parte di Eurospin era stata consegnata lo scorso 27 giugno, dopo che la donna aveva superato i 180 giorni di congedo per malattia previsti dalla legge per sottoporsi a pesanti cure mediche, tra cui un trapianto di midollo osseo e un ciclo di chemioterapia, necessarie per salvarle la vita.
In questo arco di tempo, la 45enne ha continuato a tener informata l'azienda su quanto le stava accadendo. Fino a quella inaspettata lettera di pochi giorni fa che le ha provocato un ulteriore dolore.
"Nessuno mi ha mai informato che, allo scadere dei sei mesi di congedo, per non perdere il posto avrei dovuto chiedere l'aspettativa", aveva raccontato Stefania.
Almeno per il lavoro, sembra che la storia di Stefania sia avviata ad una felice conclusione. Ora si aspetta che altre buone notizie possano arrivare anche dai medici. La coraggiosa donna di sicuro non smetterà di combattere. Per il bene suo e di quello di suo figlio.
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