Fa già discutere e susciterà enormi polemiche, come già avvenuto in passato, l'ultimo video diffuso dai radicali a favore dell'eutanasia. "Non voglio più soffrire, questa è una sofferenza fine a se stessa: solo io ho il diritto di decidere su me stessa". A pronunciare queste parole è Piera Franchini, malata terminale.
Con cruda amarezza Piera parla della sua scelta disperata: "Danno da bere una bibita, poi uno si addormenta e va". Nel video si vede la donna accanto a un letto. Ha il volto scavato dalla sofferenza e dalla malattia. "Sono morta il 13 aprile, quando il chirurgo mi ha detto per la prima volta che non c’era nulla da fare" ricorda Piera, per la quale la fine è arrivata qualche mese dopo, lontana dalla sua casa.
Eutanasia clandestina per il 62% dei malati terminali
Carlo Troilo, consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni, fa sapere che "sono 80-90 mila i malati terminali che muoiono ogni anno, soprattutto di cancro: il 62% muore grazie all’aiuto dei medici con eutanasia clandestina. I dati, forniti dall’Istituto Mario Negri, sono stati confermati da Ignazio Marino". Durante un incontro di presentazione della campagna per la raccolta di firme su una proposta di iniziativa popolare per l’eutanasia legale e il testamento biologico, che prenderà il via domani, Troilo sottolinea che "1000 malati terminali si suicidano per la negata eutanasia e altri 1000 tentano il suicidio". "Questa è una campagna politica con la quale chiediamo che vengano riaffermati dei diritti che finora sono stati sottratti", dichiara Filomena Gallo, segretaria dell’Associazione Luca Coscioni.
Scienza e Vita: quel video genera angoscia
"Il video a favore dell’eutanasia diffuso oggi dai radicali genera angoscia e smarrimento", denuncia in una nota l’Associazione Scienza e Vita che definisce "scoraggiante" il tentativo di strumentalizzare il dolore da parte di chi "sfigura questa vicenda in arma politica. Non si può spettacolarizzare il dolore per fini ideologici", spiega l’Associazione rilevando che "la storia raccontata è quella di chi vuole uscire sconfitto dalla vita e non riesce più a tollerare la paura. Di fronte alle persone che hanno paura di soffrire e che pensano a farla finita, il richiamo alla morte cercata - osserva Scienza e Vita - appare come l’ultima resa di un umanesimo ormai sconfitto. Non è questa la risposta", commenta Paola Ricci Sindoni, vicepresidente dell’Associazione Scienza e Vita. "Occorre invece - afferma - restituire dignità al malato, sostenendolo con le cure palliative, con l’accompagnamento dei familiari, la cui speranza è che il proprio caro affronti il momento del distacco non sentendosi mai solo".
"Il messaggio che viene lanciato - conclude infine la nota - è colmo di abbandono e di resa" e "può apparire anche lesivo della dignità di coloro che ogni giorno affrontano con coraggio e speranza una patologia degenerativa o una diagnosi inguaribile".Guarda il video
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