È arrivata direttamente dall'Eliseo la notizia della cattura di sette ex brigatisti italiani che risiedevano da tempo in Francia. I membri del gruppo, ricercati da anni dal nostro Paese, sono stati tutti arrestati dalla polizia francese ed altri tre soggetti si trovano ancora sotto indagine. Sono in tutto, quindi, dieci persone quelle che ora si trovano a disposizione dell'autorità locale, come comunicato direttamente dal presidente Emmanuel Macron.
Si tratta, come reso noto dagli inquirenti, del frutto di una massiccia operazione condotta dall'antiterrorismo italiano e francese, che hanno collaborato per arrivare alla cattura degli ex membri delle Brigate rosse. A partecipare all'attività investigativa, anche il servizio di cooperazione internazionale Scip.
Adesso si attende l'estradizione dei soggetti in Italia, anche se, a quanto pare, tre individui sono riusciti a scappare poco prima di essere fermati dagli uomini in divisa.
"Ombre rosse": gli arrestati
"Ombre rosse", questo il nome che le autorità hanno voluto dare al fascicolo inerente le indagini condotte sul gruppo di ex brigatisti. Arrestati questa mattina, i sette italiani saranno presto estradati. Ecco chi è finito in manette.
Giovanni Alimonti, romano, 65 anni. Ex membro delle Brigate Rosse, è stato condannato a 11 anni, 6 mesi e 9 giorni di reclusione per le accuse di banda armata, associone con finalità di terrorismo, concorso in violenza privata aggravata, concorso in falso in atti pubblici ed altri reati. Fra i delitti commessi, anche il tentato omicidio del vice-dirigente della Digos di Roma Nicola Simone.
Enzo Calvitti, nato a Mafalda, ora 66enne. L'ex brigatista deve scontare 18 anni, 7 mesi e 25 giorni di reclusione per associazione sovversiva, banda armata, associazione con finalità di terrorismo e ricettazione di armi.
Roberta Cappelli, nata a Roma ed ex brigatista, ora 65enne. È stata condannata all'egastolo per associazione con finalità di terrorismo, concorso in rapina aggravata, concorso in omicidio aggravato, attentato all'incolumità ed altri reati. Responsabile degli omicidi del generale italiano dei carabinieri Galvaligi, dell'agente Michele Granato e del vice questore Sebastiano Vinci.
Marina Petrella, 66 anni, ex brigatista nata a Roma. Condannata all'ergastolo con l'accusa di omicidio. Ritenuta responsabile dell'omicidio del generale italiano dei carabinieri Galvaligi, del sequestro del giudice D'Urso, del'attentato al vice questore Nicola Simone, del sequestro dell'assessore regionale Ciro Cirillo, e dell'uccisione di due agenti di scorta.
Narciso Manenti, nato a Telgate, ora 63enne. Fu un membro dell'organizzazione Nuclei Armati Contropotere Territoriale. L'uomo è stato condannato all'ergastolo per omicidio aggravato. Si rese responsabile dell'omicidio dell'appuntato dei carabinieri Giuseppe Gurrieri avvenuto a Bergamo. Deve inoltre scontare altri anni per ulteriori reati.
Giorgio Pietrostefani, 71 anni, nato a L'Aquila. Ex membro di Lotta Continua, condannato a 14 anni, 2 mesi e 11 giorni di reclusione per l'omicidio del commissario di polizia Luigi Calabresi.
Sergio Tornaghi, nato a Milano, ora 63enne. Ex membro della colonna milanese delle Brigate Rosse 'Walter Alasia', condannato all'ergastolo per partecipazione a banda armata, propaganda ed apologia sovversiva, pubblica istigazione, attentato per finalità di terrorismo e di eversione, detenzione e porto illegale di armi e violenza privata. Fra i reati commessi, anche l'omicidio del direttore generale della "Ercole Marelli" Renato Briano ed il concorso negli omicidi Luigi Marangoni, direttore del Policlinico di Milano, e del maresciallo Di Cataldo.
Solo 20 giorni prima dell'arresto, il ministro della Giustizia Marta Cartabia aveva parlato in videoconferenza col suo collega francese Eric Dupond-Moretti, ricordandogli proprio la questione degli ex brigatisti. Una riunione, quella fra i due ministri, che si era conclusa con la piena soddisfazione della Guardasigilli, la quale aveva affermato di essere "soddisfatta dello scambio di vedute".
Soddifazione delle autorità
"Sette brigatisti ricercati dall'Italia, catturati grazie alla collaborazione tra le due polizie italiana e francese, il Servizio di cooperazione internazionale di polizia della Criminalpol e l'Esperto per la sicurezza della Polizia di Stato, cui va un plauso corale per lo storico risultato", è stato il commento soddisfatto del Sottosegretario all'Interno Carlo Sibilia affidato alle pagine social.
A mostrare entusiasmo per l'operazione che ha portato alla cattura dei sette brigatisti anche Roberto Della Rocca, presidente dell'Aiviter, associazione vittime del terrorismo. "Speriamo ancora una volta che questi terroristi, e non ex, latitanti in Francia da tanti anni per la dottrina Mitterand, siano estradati in Italia", ha dichiarato ai microfoni di AdnKronos.
"Considerato che tutti sono cittadini italiani colpevoli di gravi attentati di sangue, uccidendo o partecipando ai ferimenti di vittime italiane sul territorio italiano, sarebbe la chiusura del cerchio. Non si può dare un colpo di spugna dopo decenni, quel che è stato è stato, non si cancella", ha concluso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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