Unioni Civili, Family Day: "Vittoria sullo stralcio della stepchild, ma no a nuove forme di famiglia"

Il popolo del Family Day in conferenza stampa al Senato chiede il ritiro del ddl Cirinnà. L'appello di Gandolfini ai senatori cattolici: "Votate secondo coscienza ben formata come ha chiesto Papa Francesco"

Unioni Civili, Family Day: "Vittoria sullo stralcio della stepchild, ma no a nuove forme di famiglia"

Alla vigilia del ritorno in aula del ddl Cirinnà dopo lo sgambetto del Movimento 5 Stelle la scorsa settimana, Renzi, tornato dall’Argentina, sembra aver trovato l’intesa con il Ncd su un nuovo maxiemendamento, definito non a caso dal premier “emendamento governativo”, che verrà presentato domani e sul quale verrà posta la fiducia. Anche se ancora non si conosce il testo, con lo stralcio della stepchild adoption si dovrebbe arrivare ad un accordo di maggioranza sul nuovo testo condiviso.

Il presidente dei senatori di Area Popolare, Renato Schifani, parlando con i giornalisti al Senato, si è detto infatti fiducioso sul fatto che ci sarebbero "tutte le condizioni per votare la fiducia in questa settimana". Gli organizzatori del Family Day però non sembrano essere soddisfatti del compromesso raggiunto tra Renzi e Alfano e rilanciano, chiedendo in una conferenza stampa oggi al Senato, ai senatori cattolici di non approvare una legge che, secondo il portavoce del Comitato Difendiamo i Nostri Figli, Massimo Gandolfini, “con gli articoli 2 e 3 del testo omologa l’unione civile al matrimonio e introduce, di conseguenza, una nuova forma di famiglia”.

Approvare un testo del genere sarebbe quindi per Gandolfini “un tradimento da parte dei parlamentari cattolici”. Sebbene il portavoce del comitato organizzatore del Family Day consideri una “vittoria delle due piazze del 20 giugno e del 30 gennaio” la decisione di stralciare l’articolo 5 sull’adozione del figlio del partner, oggi da palazzo Madama Gandolfini lancia l’allarme, dicendo che l’approvazione di un testo che equipari le unioni civili al matrimonio rischia di far rientrare dalla finestra della giurisprudenza l’adozione, alla quale è stata chiusa la porta sul piano legislativo.

Il Comitato organizzatore del Family Day quindi chiede il ritiro di questo provvedimento. “È una legge inutile e ingiusta perché i diritti civili per le persone omosessuali già esistono”, spiega Gandolfini rispondendo ai giornalisti, “ed è divisiva sia all’interno dei partiti, sia se guardiamo allo scollamento tra Paese reale e Parlamento, che è enorme”. Il Family Day, secondo Gandolfini, ha infatti mostrato la trasformazione della “maggioranza silenziosa” che dissente su questo provvedimento in “cittadinanza attiva”. Il presidente del Comitato organizzatore ha inoltre aggiunto che il ddl Cirinnà, sul piano pedagogico, presenta un modello, “quello omogenitoriale”, che definisce “destruente per le future generazioni”.Gandolfini ha quindi fatto appello ai senatori di area cattolica: “si ricordino l’appello di Papa Francesco, ad agire secondo coscienza ben formata, che è quella che si adegua al magistero della Chiesa Cattolica”.

Durissima anche la Lega: “Votiamo a favore di questo provvedimento solo se Renzi viene in aula e annuncia il ritiro della legge Cirinnà”, ha dichiarato a ilGiornale.it il capogruppo della Lega al Senato, Gian Marco Centinaio, a margine della conferenza stampa, “siamo per il ritiro del testo senza se e senza ma”. “Non vogliamo fare trattative, non ci interessano le piccole modifiche che servono per accontentare i cespugli che stanno intorno al Partito Democratico, penso al Ncd”, continua Centinaio, “la nostra posizione è stata netta fin dall’inizio ed è a favore del ritiro del ddl Cirinnà”.

“Sono totalmente d’accordo con quello che è stato detto oggi da Gandolfini, i diritti individuali per le coppie omosessuali sono riconosciuti dal codice civile e chi vuole far valere i propri diritti lo può fare tranquillamente”, ha concluso il presidente del gruppo parlamentare della Lega Nord al Senato. Alla conferenza stampa erano presenti anche i senatori Carlo Giovanardi (Idea), Maurizio Sacconi di Area Popolare, il senatore Stefano Candiani della Lega Nord e l’onorevole Eugenia Roccella.

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