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Farsi un risotto può costare davvero caro

Aumento dei prezzi rispetto al 2018. A renderlo noto è l’analisi trimestrale sul mercato del riso

Farsi un risotto può costare davvero caro

Farsi un risotto può davvero costare molto caro agli italiani. Da quanto emerso dall’analisi trimestrale sul mercato del riso, vi sarebbe stato un notevole aumento dei prezzi. In particolar modo per le due qualità maggiormente conosciute, il riso Arborio e il Carnaroli. Il primo rispetto al 2018 avrebbe subito un aumento del 39%, mentre il secondo ben del 56%. A renderlo noto è la Camera di Commercio di Pavia in collaborazione con Borsa merci telematica italiana (Bmti).

Lo studio di mercato condotto sul riso ha sottolineato che questi dati, relativi all’aumento del prezzo del riso sul mercato negli ultimi tre mesi del 2018, è da imputare alla minore disponibilità di prodotto. Nell’analisi si legge che gli aumenti hanno in particolar modo riguardato i risi da consumo interno, con aumenti notevoli per quelli a grani tondi e quelli a grani lunghi. Portando i prezzi attuali a livelli ben più alti rispetto allo scorso anno.

Anche la varietà di riso Selenio, quello con chicco corto e tondo, ha registrato un aumento considerevole, oltre il 40%. E il suo incremento non tende a fermarsi neanche nell’anno corrente, già nei primi mesi del 2019 i suoi prezzi sono arrivati a toccare i 450€/t, valori mai registrati negli ultimi anni. Un calo è stato invece registrato per quanto riguarda le importazioni italiane.

Da una indagine riguardante gli acquisti di riso relativi ai primi dieci mesi del 2018, i dati parlano di un calo sia per i volumi, circa il 26% in meno rispetto agli stessi mesi del 2017, sia in soldoni, meno 13%. Le importazioni di riso lavorato sono invece cresciute in volume del 4% e in termini monetari del 17% su base annua.

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