Femminicidio, il parroco: "È colpa delle donne"

Sconcerto a Lerici per l'affissione del manifesto che "accusa" le donne di meritarsi il peggio per essersi allontanate dalla famiglia

Il parroco di San Terenzo di Lerici, don Piero Corsi
Il parroco di San Terenzo di Lerici, don Piero Corsi

Polemica nel comune ligure di Lerici per un manifesto affisso sul portone della chiesa dal parroco don Piero Corsi. Sono bastate poche righe per scatenare una vera e propria bagarre: in un editoriale dal titolo "Donne e il femminicidio, facciano sana autocritica. Quante volte provocano?" viene infatti data alle donne parte della colpa dei femminicidi. Un'accusa pesantissima che ha gettato nello sconcerto il paese in provincia di La Spezia.

L’estratto dalla lettera apostolica Mulieres dignitatem commentata dall’editorialista del sito Pontifex intitolato "Donne e il femminicidio facciano sana autocritica. Quante volte provocano?" affisso sulle porte della chiesa di San Terenzo ha scatenato la polemica tra i parrocchiani. Il volantino comincia con "l’analisi del fenomeno che i soliti tromboni di giornali e tv chiamano appunto femminicidi" e "accusa" le donne di meritarsi il peggio per essersi allontanate dalla virtù e dalla famiglia. "Quante volte vediamo ragazze e signore mature circolare per strada con vestiti provocanti e succinti? - si legge sul volantino - costoro provocano gli istinti peggiori e poi si arriva alla violenza o abuso sessuale (lo ribadiamo. roba da mascalzoni). Facciano un sano esame di coscienza: forse questo ce lo siamo cercate anche noi?". La presidente di Telefono Rosa Maria Gabriella Carnieri Moscatelli ha subito chiesto alle massime autorità civili e religiose che si attivino perché il manifesto venga immediatamente rimosso. "È una gravissima offesa alla dignità delle donne", ha commentato bollando il messaggio come "una vera e propria istigazione a un comportamento violento". L'Italia è, infatti, il Paese con il maggior numero di femminicidi d’Europa e ha un altissimo numero di violenze consumate all’interno delle mura domestiche.

Don Piero Corsi, che ha curato l’affissione del manifesto, non è nuovo a polemiche di questi genere. Negli anni passati era, infatti, già noto alle cronache per la sua passione al "tatsebao" avendo già dedicato fogliettoni satirici contro l’Islam e contro gli immigrati appesi alla porta della chiesa. Dopo le polemiche, il parroco ha rimosso il manifesto e ha chiesto scusa: "Voglio scusarmi con tutti per quella che voleva essere soltanto una imprudente provocazione.

In particolare mi voglio scusare con tutte quelle donne che si siano sentite offese in qualche modo dalle mie parole". Domani inconterà il vescovo: "Affronterò con serenità le decisioni della Curia. Chiedo ai giornalisti un po' di silenzio", conclude.

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